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Guerra Ucraina-Russia: quali limiti tra censura e propaganda? – INTERVISTA

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Gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra in Ucraina. Il 24 febbraio 2022 Putin, al suo quarto mandato come presidente della Federazione Russa, ha ordinato un’operazione militare speciale con lo scopo di militarizzare e denazificare il Paese alle porte dell’Europa. La ragione? Intervenire a difesa delle popolazioni russofone del Donbass, terra in cui si combatte addirittura dal 2014, quando alcune milizie (armate e ispirate da Mosca) hanno proclamato due repubbliche filo-russe nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Da quel momento si combatte una guerra “silenziosa” che il mondo quasi ignorava fino a due settimane fa. E che però ha causato circa 14.000 vittime. 

È riduttivo spiegare ciò che sta accadendo in Ucraina con un breve paragrafo, ma ci serve soltanto per inquadrare il contesto attuale. Ciò che sta dietro a questa vera e propria guerra tra Ucraina e Russia merita molti più approfondimenti (La Repubblica ci ha provato in breve qui). Mentre dall’Ucraina riusciamo ad avere notizie (seppur tragiche), dalla Russia c’è una sorta di nebbia informativa che non ci permette di avere una visione di quanto accada nella nazione condotta da Putin.

Tra sanzioni, blocchi informatici e leggi speciali, di fatto l’Occidente, da qualche giorno, ha poca visibilità su quanto stia accadendo in Russia. Proprio per questo motivo sono riuscito a mettermi in contatto con chi vive sul territorio. Purtroppo la fonte deve rimanere anonima, perché dal 5 marzo in Russia è entrata in vigore una nuova legge. Secondo la nuova normativa speciale, una persona può scontare fino a 15 anni di reclusione per qualsiasi interpretazione pubblica di ciò che sta accadendo nel Paese (se sono diverse dalle informazioni presentate nelle risorse “ufficiali”). 

In pratica, qualsiasi commento o interpretazione della situazione attuale che non sia in linea con la fonte governativa è tacciata come “fake news”. E ogni cittadino/a rischia 15 anni di carcere.

L’intervista è stata condotta su canali sicuri, privati e non rintracciabili (anche perché la polizia russa ha il potere di controllare direttamente i cellulari dei cittadini per strada), ma a questo punto bisogna garantire la massima sicurezza della fonte. Proprio per questo non posso entrare nel merito della persona e spero un giorno di poterle dare la giusta visibilità, perché il suo contributo è per me fondamentale per capire di più la situazione attuale.

La volontà è dare una prospettiva di ciò che sta accadendo in Russia, tra comunicazione, social e vita di tutti i giorni, bypassando i filtri della censura governativa.

In un discorso televisivo alla Nazione (ma anche al mondo intero), il 24 febbraio Putin ha autorizzato “un’operazione militare speciale” non solo nel Donbass, ma anche nell’est dell’Ucraina. Qual è stata la tua prima reazione? 

SHOCK totale. In primo luogo, perché questo discorso è stato fatto alle 5:30 della mattina e stavamo dormendo. Allora per chi è stato fatto? In secondo luogo, perché nessuno ce lo ha chiesto. PERCHÉ? Sapevamo che c’era tensione politica, ma nessuno credeva che una situazione del genere potesse MAI degenerare a tale livello. E in terzo luogo, non conosco nessun’altra nazione così vicina a noi come lo sono gli ucraini. Abbiamo le stesse radici. Ci sono molte famiglie e coppie, dove uno dei partner è russo e l’altro ucraino. Molte persone hanno parenti, amici e colleghi in Ucraina.

Quali sono state le prime reazioni dei media in Russia e come coprono le notizie della guerra in Ucraina? C’è propaganda o critica?

Prima del 5 marzo avevamo diverse risorse per ottenere le informazioni:

  • le cosiddette fonti ufficiali televisive (come The First Channel, Russia 1, che esistono ancora). Qui non c’è stata alcuna critica. Hanno riferito che era “una misura necessaria” per proteggere le persone che sono sottoposte abusi e genocidio dal regime di Kiev e per ‘smilitarizzare e denazificare l’Ucraina’;
  • e le risorse “non ufficiali”, considerate anche come fonti di opposizione. Alcune ora sono bloccate, altre stanno ancora lavorando, ma sono state costrette a rimuovere tutti gli articoli dedicati all’ “operazione speciale” (è ufficialmente vietato definirla “una guerra”… sembra una stupida presa in giro, vero?) come Novaya Gazeta, Meduza, BBC News Russia, Mediazone, ecc. Gli annunci diretti sono stati titoli come “La Russia invade l’Ucraina“. 

Non potevo credere ai miei occhi. Nessuno vicino a me poteva farlo. Dopo aver aperto Instagram per trovare influencer e personalità ucraine famose anche in Russia come Sofia Stuzhuk (nota: ora il profilo appare chiuso), il dottor Komarovskiy, molti presentatori televisivi come Anton Ptushkin e Kolya Serga, per vedere se fosse davvero così grave e, purtroppo, ho avuto la terribile conferma.

Vorrei aggiungere anche che una delle cose più difficili per la società russa al giorno d’oggi (collegata ai media) è che questa notizia ha minato la solidarietà in molte famiglie. Le generazioni più anziane (la maggior parte) credono a tutto ciò che viene detto tramite i canali ufficiali. In genere guardano la TV, la propaganda funziona. Ecco perché supportano le azioni del presidente.

La maggior parte di noi (le generazioni più giovani) ha accesso a varie risorse, siamo in grado di confrontare e analizzare i fatti. Ecco perché siamo contrari a quella che-è-proibito-chiamare guerra. Inoltre penso che sia inaccettabile non solo sparare a persone fraterne, ma sparare a chiunque!

Sono nate anche tante manifestazioni in Russia a favore del “cessate il fuoco”. Come si stanno comportando le forze dell’ordine? Puoi darmi una panoramica su quanto sta accadendo nelle città russe? 

È quasi impossibile manifestare legalmente, perché chiunque viene portato in questura. Succede ovunque. Anche se vai con i fiori, anche se hai un piccolo poster con uno slogan contro la guerra, anche se partecipi con un bambino o con il tuo cane. Prendono tutti. Alcuni arresti avvengono in maniera civile, altri no e le persone sono state brutalmente detenute.

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San Pietroburgo, Russia: Attivista con bandiera russa accanto alla polizia antisommossa

Da quel giorno (5 marzo) le persone hanno persino dovuto cancellare i loro post e commenti contro la guerra nei social network perché considerati crimine contro lo Stato. E sì, ogni notte compaiono molti nuovi graffiti contro la guerra e ogni mattina vengono dipinti da servizi pubblici.

La guerra in Ucraina non risparmia la rete e i social: Facebook e Google hanno vietato a diversi media statali russi di sponsorizzare i loro contenuti; di risposta, il Cremlino sembra aver limitato l’uso di Twitter e alcune funzionalità dello stesso Facebook. C’è il timore di essere separati dal resto del Mondo?

Personalmente non ho molta paura. Se stiamo parlando di ricevere notizie attuali dall’Ucraina e dal resto del mondo, sono in grado di leggere risorse straniere su Internet. Funziona (ancora). Se parliamo di amici e parenti all’estero, usiamo Telegram e e-mail. Per quanto riguarda i viaggi, sì, è un po’ terrificante, ma penso che abbiamo ancora la possibilità di visitare altri paesi (forse ci vorrà molto più tempo e denaro). Se parliamo di mostre, festival, competizioni sportive, sì, potrebbero essere in qualche modo limitati. Ma vorrei non perdere la speranza per il meglio.

In Russia i social popolari sono anche Vkontakte e Odnoklassniki: esiste una forma di controllo governativo su questi? Quali canali utilizzi (o sono più utilizzati) per comunicare? 

Ho usato attivamente Vkontakte molto tempo fa, circa 10 anni. Poi ha smesso di essere popolare… fino a questi giorni. Molte persone hanno ripristinato i loro vecchi account per non perdere il loro numeroso pubblico presente sugli altri social (invitano le persone che usano le storie di Instagram a unirsi ai loro gruppi in Vkontakte, per esempio).

Odnoklassniki è progettato per, diciamo, persone dai 40/45 anni in su. È un po’ vecchio stile. Non lo uso.

I miei coetanei usano generalmente Instagram, Telegram, Whatsapp. Non sono l’eccezione.

Ci sono siti web di fiducia che conosci e che possono aiutare “l’Occidente” a vedere cosa succede davvero in Russia?

In realtà no, perché stiamo leggendo tutte le risorse disponibili, confrontando le informazioni e facendoci un’idea di massima di quello che sta succedendo.

Negli ultimi giorni Putin ha ordinato la messa in allerta del sistema di deterrenza nucleare. Qual è la sensazione in Russia? Fino a dove potrebbe spingersi il Governo?

Domenica il mondo intero ha sussultato… e così anche tutti i russi. Abbiamo subito fatto delle videochiamate ai nostri genitori per sostenerci e trovare conforto. Ogni guerra è sempre imprevedibile. Non lo so, spero solo che il buon senso prevalga il prima possibile.

Ti piacerebbe dare un messaggio al “mondo occidentale” e ai tuoi connazionali?

Tutto quello che sta succedendo in questo momento è una grande tragedia. Era impossibile da prevedere, è difficile crederci. Ma anche attraversando questi tempi bui dovremmo rimanere umani e coscienziosi. Non importa a quale nazione appartenga una persona. Dovremmo essere gentili gli uni con gli altri ogni volta che è possibile. Penso che sia sempre possibile. Qui in Russia molte persone pregano con tutto il cuore per la fine delle azioni militari. La mia famiglia non fa eccezione.

E un altro pensiero che vorrei condividere con voi. Ho visto molti commenti sul fatto che i russi dovrebbero vergognarsi di esserlo. Lo devo dire a te e al mondo intero: no! Siamo orgogliosi di essere russi, perché essere russi significa avere e condividere un generoso patrimonio culturale (balletto, musica, letteratura, pittura, ecc.), amare e prendersi cura dei luoghi in cui siamo cresciuti, crescere bambini di talento, amare e avere cuori compassionevoli. Conosco molte persone russe fantastiche da ammirare. Per favore, ricorda, una (o anche un gruppo di persone) nel governo ≠ l’intera Russia.


L’immagine utilizzata come cover è di maxkorzhfan.