Ogni volta che un utente clicca su un annuncio, il costo è sostenuto dall’inserzionista che sta pubblicizzando il suo prodotto o servizio.
E in un mercato in cui c’è sempre più concorrenza, il costo di ogni singolo clic varia ogni giorno, i budget lievitano e la visibilità cala. In questo scenario è molto importante che la tua campagna sia settata bene, sulle parole chiave giuste, indicate alla piattaforma nel modo corretto, per poterne trarre il giusto profitto.
Ogni mese analizziamo decine di campagne Google Ads e ci capita spesso di trovarci di fronte ad account che spendono male fino al 40%, nel migliore dei casi, del loro budget.
Un vero spreco di denaro e di potenziale della pubblicità, a cui si aggiunge l’ulteriore rischio di trovarsi le campagne con budget limitato, e quindi non più in grado di lavorare adeguatamente.
Se hai il sospetto che le tue inserzioni non stiano andando come dovrebbero o non sei sicuro se chi le gestisce abbia il controllo della situazione, segui questa Checklist (una piccola versione di quella che usiamo anche noi nella verifica delle campagne Google Ads) e scopri se il tuo account è settato bene!
1. Stai usando le parole chiave giuste?
Sembra una domanda banale, ma in realtà non lo è. Bisogna scegliere le keyword più pertinenti all’obiettivo della campagna e al proprio business: quanto più sono specifiche, tanto migliori saranno i contatti che riceverai.
Ipotizziamo che tu stia vendendo “forni per pasticceria”, la tua lista deve essere simile a questa:
- forni per pasticceria
- forni pasticceria
- forni per pasticceria professionali
- forni professionali per pasticceria
- forni da pasticceria
- forni elettrici professionali per pasticceria
E non deve essere assolutamente come questa:
- forni
- forni elettrici
- forni professionali usati
- forni professionali
- forni ventilati
2. Le parole chiave hanno i simboli di corrispondenza?
Google Ads dava la possibilità di scegliere le corrispondenze delle parole chiave, da indicare attraverso appositi simboli. Queste potevano essere:
- Corrispondenza Esatta (Exact Match): i tuoi annunci comparivano solo agli utenti che digitavano esattamente le parole scelte e nell’ordine specifico con cui le aveva indicate.
Esempio: [forni pasticceria]
- Corrispondenza a Frase (Phrase Match): le inserzioni arrivavano agli utenti che digitavano le parole nell’ordine specifico o, eventualmente, quando aggiungevano parole prima o dopo la stessa frase.
Esempio: “forni pasticceria”
- Corrispondenza Generica (Broad Match): faceva comparire i tuoi annunci anche se l’utente digitava parole e frasi non esattamente aderenti a ciò che ti aspettavi.
Esempio: forni pasticceria
Esisteva anche la corrispondenza generica modificata che aggiungeva il simbolo “+” alla parola chiave per definire il termine che le diverse ricerche dovevano contenere per far sì che gli annunci si attivassero.
Esempio: +forni +pasticceria
Col tempo la piattaforma ha apportato delle modifiche e ora si utilizzano le parole chiave a corrispondenza:
- Generica
- Frase
- Esatta
Come funzionano le nuove corrispondenze
Prima le keyword generiche erano considerate il male assoluto, perché facevano visualizzare gli annunci anche per ricerche non esattamente correlate al tuo business. Oggi invece sono sempre più utilizzate. È importante però sceglierne un numero ristretto per campagna perché hanno un raggio d’azione più ampio rispetto al passato e l’utilizzo di poche di queste basta a raggiungere un’alta copertura dell’annuncio.
Non si può, invece, parlare più di Generiche Modificate, che sono state inglobate in quelle con Corrispondenza a Frase, per rendere più facile raggiungere i clienti e gestire le parole chiave nel tuo account, pur continuando a rispettare l’ordine delle parole nei casi in cui è importante per il significato.
Quindi, in questo modo, Google farà apparire l’annuncio anche per sinonimi o intenti di ricerca simili e tiene sempre in conto dell’ordine con cui scriviamo le parole chiave.
Sia le keyword a corrispondenza Generica che quelle a Frase sono molto più utili negli account rodati, in cui Google ormai ha capito la direzione che vogliamo prendere con la campagna e può aiutarci a raggiungere un pubblico in target più ampio.
Infine nelle corrispondenze esatte sono state introdotte varianti simili. Per esempio la keyword [forni pasticceria] può far arrivare l’annuncio anche a chi cerca forni pasticcere, perché il machine learning di Google si è evoluto e riesce a capire che, anche se non è scritta in maniera precisa, questa parola chiave può essere considerata come un’alternativa affine – una variante simile, appunto – a quelle che abbiamo scelto.
3. Il budget della campagna su Google Ads è limitato?
Un’altra causa che potrebbe compromettere le tue campagne è la limitazione del budget. In questi casi infatti il sistema limita la visibilità degli annunci coprendo solo il 10% delle potenziali impression che potrebbero ottenere aumentando il budget. Tale limitazione può derivare dalla mancanza di fondi da investire sulla campagna, ma spesso e volentieri la vera emorragia è dovuta ad una superficiale strutturazione dell’account e relative campagne.
È come tenere un negozio aperto un giorno su dieci. Per nove giorni i tuoi potenziali clienti sceglieranno i tuoi competitor, dimenticandosi pian piano della tua esistenza, finché non verranno più da te nemmeno nell’unico giorno in cui il negozio è aperto.
In questi casi le soluzioni possono essere varie: potresti aumentare il budget oppure, quando possibile, lavorare di segmentazione e lasciare attive solo quelle parole chiave sulla quali si è sicuri di essere visualizzati. Ancora, potresti mettere in atto strategie di smart bidding, che tendono a consumare il budget allocato in modo “intelligente”, spalmandolo nei momenti più propizi della giornata e verso le audience più propense a convertire, tenendo conto dell’intento di ricerca e dello storico di navigazione.
Se vuoi approfondire questo argomento, puoi consultare il nostro articolo “Cosa fare quando la campagna Google Ads è Limitata dal Budget” e capire nel dettaglio cosa può limitare il budget e il modo giusto per rimediare.
4. Conversioni: sai cosa stai misurando?
Le conversioni sono azioni di valore che noi desideriamo che gli utenti compiano sul sito internet: può essere l’acquisto su un e-commerce, l’essere contattati telefonicamente, l’iscrizione alla newsletter oppure la richiesta di un preventivo tramite form di contatto sul sito.
Sia Google Ads che Analytics danno la possibilità di tracciare queste azioni – o, detto in termini tecnici, conversioni – in maniera puntuale.
Nelle strategie di Smart Bidding i dati sono utilizzati dalla piattaforma per indirizzare le impression in base alle azioni che noi riteniamo di valore, sulla base di queste l’algoritmo sceglie le audience più adatta, considerando non solo l’intento di ricerca ma anche lo storico di ricerca dell’utente.
Questo vuol dire risparmiare budget e avere conversioni di qualità, a patto che queste siano settate in modo corretto.
Per capire se le conversioni sono impostate bene su Google Analytics clicca su Conversioni → Obiettivi → Panoramica.
Se la schermata è simile a quella qui di seguito, allora vuol dire che le conversioni non sono mai state settate.
Per verificare le conversioni su Google ADS clicca su Strumenti e Impostazioni → Conversioni
Se la schermata è simile a quella qui di seguito, allora vuol dire che le conversioni sono state settate.
Non sei sicuro che il tuo account stia misurando le conversioni? Ti conviene controllare subito. Se gestisci la campagna da solo e non hai mai fatto questo settaggio, allora è probabile che non sia mai stato fatto. Se invece la campagna è gestita da altri, ti consiglio di chiedergliene conto.
5. Fai pubblicità anche per dispositivi mobile?
Il tuo sito internet è mobile-friendly? È un requisito decisivo e dovresti assolutamente accertartene, gli utenti da mobile sono esigenti e abbandonano subito siti internet non usabili.
In particolare è la velocità di caricamento ad essere determinante per una campagna; se la pagina impiega più di 3 secondi per aprirsi, le possibilità che un utente abbandoni la navigazione prima ancora di visualizzarla sono altissime. Una landing lenta spenderà budget su utenti che non la visualizzeranno nemmeno dopo il click sull’annuncio, proprio perché ha impiegato troppo tempo nel caricamento.
2 volte su 3 il problema di una campagna sta proprio qui.
Per capire se il tuo sito funziona bene da mobile puoi guardare su Analytics il valore riportato nel “Tasso di conversione” (ovvero il rapporto tra visite al sito e conversioni).
Si tratta di un dato che è possibile vedere solo quando sono settate le Conversioni (come indicato nel punto precedente).
Per trovare il tasso di conversione su Analytics devi cliccare, nel menu laterale, Pubblico → Dispositivo mobile → Panoramica.
Se le conversioni non sono settate dovrai fare riferimento, nella stessa schermata, alla “Frequenza di rimbalzo” che ci dice qual è la percentuale di visitatori che ha visitato una sola pagina del sito senza fare azioni particolari. Se la percentuale è alta, è probabile allora che il sito non sia mobile friendly e gli utenti preferiscono abbandonarlo subito.
In conclusione: basta questo per far funzionare una campagna Google Ads?
La piattaforma di Google è un sistema molto complesso e richiede molta attenzione, manutenzione, astuzia e sapienza da parte di chi la gestisce.
I punti elencati rappresentano solo una parte di ciò che può influenzare le campagne su Google Ads. Ci sono moltissimi altri aspetti da verificare per essere certi che un account pubblicitario sia settato bene, ma si tratta di elementi molto tecnici che richiedono una conoscenza approfondita del sistema.
Se dall’analisi hai individuato uno o più problemi o vuoi il nostro aiuto per poter creare campagne che possano esprimere tutto il loro potenziale, non esitare a contattarci!