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Campagna Google Ads non funziona

La tua campagna su Google Ads funziona?

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Google Ads è oggi più che mai uno strumento fondamentale per qualsiasi azienda che voglia vendere online perché permette di raggiungere il pubblico giusto attraverso vari tipi di annunci pubblicitari (testuali, video, banner) e di direzionarlo al sito, incrementando le vendite. 

L’altro lato della medaglia però è che, se sfruttato male, finirà per consumare il tuo budget pubblicitario in un battito di ciglia. 

Creare una campagna su Google Ads che funzioni nel modo giusto non è semplice: si tratta di un sistema di advertising piuttosto complesso, che richiede una forte competenza – sia strategica che tecnica – e requisiti precisi da rispettare. È facile commettere qualche scivolone, soprattutto quando si è agli inizi e non si ha molta dimestichezza con la piattaforma. Cosa comporta un piccolo errore? Semplice: sviluppare campagne poco efficaci che possono farti andare in perdita.

Questo articolo fa per te se hai già una campagna attiva su Google Ads e pensi che:

  • sta spendendo molto di più rispetto al passato:
  • ti cerchi ma non ti vedi;
  • non vedi risultati e non ricevi contatti;
  • non sai se il tuo fornitore attuale lavora bene;
  • pensi che le cose potrebbero andare molto meglio.

Ti riconosci in una di queste casistiche? Allora è probabile che tu non stia sfruttando tutto il potenziale delle campagne Google Ads. 

Due volte su tre infatti, quando veniamo contattati per analizzare una campagna in corso, ci troviamo di fronte a degli account che spendono oltre il 40% del proprio budget inutilmente e a causa di errori che sarebbero da evitare come la peste.  

Gli errori che consumano il tuo budget 

All’interno di un account possono esserci più campagne che, a causa di alcuni errori, sprecano budget inutilmente. Un vero peccato, perché così vengono meno conversioni preziose e ritorni economici che potrebbero sostenere le stesse spese pubblicitarie. 

Pensa che ci sono almeno 20 errori tecnici che potenzialmente potrebbero essere nascosti in una campagna e consumare tutto il budget, ad esempio:

  • non sono stati messi limiti che impediscono a Google di mostrare gli annunci in posti inutili per il tuo business
  • Google ha introdotto nuovi formati che non sono sfruttati
  • gli annunci sono stati localizzati in una zona non servita dalla tua rete di vendita
  • ci sono moltissime parole con basso volume di ricerca.

Quelli appena elencati sono gli errori più comuni, ma non sono gli unici. Anche se in perdita, ogni campagna ha diverse possibilità di miglioramento se si sa dove guardare e come intervenire. 

Continuando a leggere potrai scoprire i 10 errori principali che ti stanno solo facendo bruciare cassa e non portano risultati.

Errore numero 1: non definire un target (pubblico) corretto

Per fare pubblicità su Google devi sapere prima di tutto qual è il pubblico al quale vuoi rivolgerti: il tuo target ideale, cioè gruppi di persone con gusti, intenti e dati demografici specifici che possono essere interessati a quello che offri.

Sembra banale, ma spesso e volentieri ogni azienda sa benissimo cosa vende, ma dimentica a chi lo vende. Per questo motivo è fondamentale individuare le buyers personas e allenare la macchina Google (ri)partendo da queste. In Clickable abbiamo sviluppato un metodo che nasce proprio da un confronto approfondito con il marketing e che ci permette di ragionare sia dal punto di vista commerciale che da quello tecnico legato a Google Ads.

Ricordiamoci che Google è uno strumento – un validissimo strumento – che deve essere amministrato e guidato. Nel corso degli anni è stato potenziato, la quantità di dati che gestisce è fenomenale, così come la capacità di calcolo. Ma come recita una vecchia pubblicità: “La potenza è nulla senza controllo”. Siamo noi a dover condurre le danze e se lo facciamo da improvvisati perdiamo di vista l’obiettivo, il fine ultimo… e anche la nostra audience.

Errore numero 2: stai usando le parole chiave sbagliate

Per intercettare solo gli utenti in target, le keyword da utilizzare nei tuoi annunci devono essere scelte con cura e devono tenere conto dell’intenzione dell’utente che fa ricerche su Google.

Devono essere il più precise possibile per permetterti di intercettare a colpo sicuro, e senza sprechi di budget, gli utenti che cercano attivamente quel tipo di keyword.

Per scegliere quella giusta, può esserti d’aiuto lo schema elaborato da Schwartz (negli anni ‘50) che si basa sui cinque livelli di conoscenza che gli utenti affrontano nel loro percorso d’acquisto: 

  1. Unaware
  2. Problem Aware
  3. Solution Aware
  4. Product Aware
  5. Most Aware
funnel_Schwartz

Per certi versi puoi rivedere in questo schema un tipico Funnel che dovrebbe accompagnare l’utente nella sua customer journey. In questo contesto è doveroso quindi ragionare su spunti tecnici, operativi e commerciali, come: 

  • allocare il budget in maniera intelligente, magari spendendo qualcosa in più su campagne di ricerca più efficaci e meno generaliste;
  • questo significa per esempio non sottovalutare l’utilizzo delle keyword a corrispondenza inversa, anche perché se non vengono specificate, Google utilizzerà automaticamente termini a corrispondenza generica.

Errore numero 3: sito e landing page non efficaci

Gli utenti vogliono tutto e subito: se un sito impiega più di 3 secondi per caricarsi o non si vede bene sullo smartphone lo abbandonano subito. Per questo chi vuole fare business online deve far in modo che l’esperienza d’acquisto sia pulita, semplice e veloce. 

Molte persone si aspettano che il cliente motivato faccia lo sforzo necessario per comprare anche in un ambiente non ottimale, ma è un errore che ti fa sprecare molti soldi per mandare pubblico in un luogo non funzionante. 

Puoi avere la miglior campagna mai progettata, ma se si atterra su un sito lento o poco fruibile (soprattutto magari da smartphone), hai appena sprecato budget: a chi piace ricevere inviti a casa per poi trovarsi in uno scantinato? 

La digitalizzazione riguarda anche questo aspetto: i siti (o le landing page) non possono essere un mero esercizio di stile, non siamo più negli anni ‘90 dove forse “bastava esserci”. Ora l’esperienza di acquisto è complessa, unisce l’offline e l’online, il percorso di un qualsiasi consumatore è ricco di variabili. 

Se non facciamo in modo di avere una presenza online consolidata, ottimizzata e tracciata nel migliore dei modi, allora è probabile che perderemo almeno metà dei contatti.

Errore numero 4: monitoraggio e tracciamento delle conversioni 

Strettamente connesso al precedente punto è il monitoraggio delle conversioni. Questo è fondamentale sia per il machine learning (senza non possiamo utilizzare strategia di offerta smart) che per controllare il successo dei nostri annunci, per vedere quali annunci sono più efficaci e aumentare il ritorno sull’investimento (ROI) delle inserzioni. Tuttavia, soprattutto quando si creano più campagne, bisogna fare attenzione agli input che riceve la piattaforma. 

Oggi questo aspetto non solo è importante, ma fondamentale: con il prossimo switch a Google Analytics 4 e l’addio a Google Universal (previsto per luglio 2023), monitoraggio e tracciamento sono la metà del lavoro. Ne abbiamo parlato tanto e in questi mesi ci stanno arrivando tantissime richieste a tal proposito. Non perderti l’approfondimento qui sotto: 

Errore numero 5: non hai una buona strategia commerciale

L’ultimo errore di cui ti voglio parlare riguarda la mancanza di una struttura commerciale all’interno dell’azienda che permetta di poter sostenere il carico di richieste generate dalle campagne.

La preparazione è tutto: avere le risorse per gestire un aumento di richieste, tenendo conto che dovrai coinvolgere delle risorse umane, il cui tempo rappresenta un costo variabile da tenere in conto se non si vuole andare in perdita.  

Se da una campagna ricevi 20 richieste di contatto, ma hai solo due commerciali che possono occuparsi della loro gestione, come fai a rispondere a tutti in poco tempo? I commerciali saranno dunque costretti a fare lavoro extra (che dovrà essere pagato). Anche in questo modo però potrebbero impiegare comunque troppo tempo per controllare tutte le richieste, rischiando che alcuni degli utenti si spazientiscano nell’attesa e decidano di andare dai competitor.

A questo punto hai sprecato budget che hanno generato dei contatti… e che magari sono andati dalla concorrenza. In più c’è dello straordinario da pagare, senza ottenere i risultati sperati. Andando in perdita. 

La metà delle campagne “andate male” su cui abbiamo messo le mani aveva delle performance ottime dal punto di vista della gestione delle inserzioni. Il problema era proprio la mancanza di una strategia commerciale che prevedesse il CAC (costo acquisizione cliente)

In mancanza di questo parametro il budget viene speso nella speranza che non eroda i margini.

Checklist per verificare se la tua campagna Google Ads funziona

Google Ads non è quindi una soluzione sempre valida per tutti e, come ogni altra forma di marketing, dovrebbe essere affrontata strategicamente e con attenzione.

Per aiutarti a capire quali potrebbero essere i problemi delle tue inserzioni, abbiamo messo a punto un piccolo prontuario che ci consente di inquadrare in poco tempo lo stato di salute delle campagne e il loro potenziale inespresso. Si tratta di un documento tecnico, che ti permette di controllare il tuo account come un addetto ai lavori e quindi ti aiuterà a individuare eventuali problemi tecnici. Se ti interessa puoi scaricarlo cliccando sul link alla fine dell’articolo.

Attenzione però, seguire alla lettera solo questo opuscolo non ti garantirà campagne a prova di sprechi, è sempre consigliato tenere d’occhio le tue inserzioni prendendo in considerazione tutti i punti che ti abbiamo elencato. Perché l’aspetto tecnico non è l’unico elemento da esplorare quando si vuole capire per quale motivo una campagna Google Ads non funziona. È necessario esplorare anche l’aspetto strategico, spesso il più importante, che riguarda la scelta degli obiettivi, del target e dei risultati sperati.

Ora hai tutto quello che ti serve per creare delle campagne vincenti. Non ti resta che provare. Fammi sapere cosa ne pensi!