Tavolo con computer e mockup di landing page

Perché alcune landing page sono efficaci e altre no: come massimizzare le tue conversioni

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Gli argomenti

Tabella dei Contenuti

Nel 2025, creare una landing page efficace significa progettare un’esperienza snella, focalizzata e visivamente d’impatto che converte un visitatore in lead o cliente. 

L’obiettivo unico, la chiarezza del messaggio, l’eliminazione delle distrazioni e la personalizzazione dell’esperienza sono i veri game-changer.

Questa è la nostra guida bella fresca su cosa rende una landing page efficace oggi. 

Ti aiuteremo, passo, dopo passo, a progettare e ottimizzare pagine di atterraggio che massimizzano le tue conversioni, con ispirazione da casi reali e tendenze concrete.

Perché siamo convintə che gli esempi pratici siano molto più esplicativi di tante teorie: necessarie certo, ma poi occorre sempre calarsi nel giusto contesto.

Dunque, iniziamo: c’è da fare un pezzetto di strada insieme!

Cos’è una landing page: facciamo chiarezza

Il termine “landing page” può essere letteralmente tradotto come “pagina di atterraggio“. Si tratta, in buona sostanza, della prima pagina su cui gli utenti arrivano dopo aver cliccato su un link specifico

Questo link può provenire da una vasta gamma di sorgenti, dimostrando la sua versatilità in diverse strategie di marketing.

  • Campagne di annunci sui motori di ricerca (come Google Ads).
  • Campagne di email marketing (DEM).
  • Annunci o post sui social network (Facebook, Instagram, LinkedIn, ecc.).
  • Link all’interno di articoli di blog o altri contenuti del tuo sito.
  • Banner pubblicitari su altri siti web (Display Ads).
  • Codici QR su materiale offline come volantini o manifesti.

Il suo obiettivo primario è indurre l’utente a compiere un’azione specifica, che si traduce in una “conversione“.

A differenza di una homepage, che offre una visione generale dell’attività e presenta molte opzioni informative, una landing page è chirurgica, progettata con un unico obiettivo. 

Questo perché offrire troppe opzioni può sopraffare gli utenti e diminuire così la possibilità che compiano l’azione desiderata.

Hai presente il paradosso della scelta? Lo psicologo Barry Schwartz nel 2004 ha teorizzato per primo questo fenomeno, ovvero che l’abbondanza di opzioni ci rende solo più confusi e insoddisfatti. 

Insomma, nonostante la libertà (e varietà) di scelta sia socialmente considerata positiva, è dimostrato che troppe opzioni possono invece renderla più difficile e meno soddisfacente perché si verifica un sovraccarico cognitivo.

Esistono due categorie principali di landing page in base all’obiettivo di conversione:

  • Squeeze Page (Lead Capture): mirano alla generazione di lead, raccogliendo dati di contatto (email, telefono, ecc.) attraverso un modulo. Spesso si offrono “lead magnet” (es. coupon, e-book, fidelity card) in cambio dei dati. Gli e-book sono un esempio di lead magnet molto efficace.
  • Sales Page (Click-Through): hanno lo scopo di invogliare gli utenti all’acquisto diretto di un prodotto o servizio. L’elemento focale è un pulsante di invito all’azione (CTA) che reindirizza l’utente alla pagina di acquisto o di iscrizione. 

Alcuni dati interessanti sugli obiettivi principali della creazione di landing page, da un’indagine di Landigi:

  • la generazione di lead è l’obiettivo principale per il 43,6% dei marketer quando creano landing page;
  • l’obiettivo che segue la generazione di lead è l’acquisto diretto da parte del cliente (33,7%);
  • solo il 9,9% utilizza le landing page per la generazione di nuovi iscritti via email come obiettivo primario.

In ogni caso: perché una landing diventi uno strumento di digital marketing che converte, deve essere realizzata in modo strategico per catturare l’attenzione dell’utente e condurlo alla conversione senza distrazioni

La sua efficacia si misura infatti nel rapporto tra le visite che riceve e le conversioni che genera.

Landing vs Home page: le differenze 

Un errore comune, specialmente per chi è alle prime armi, è confondere una landing page con la homepage del suo sito web

Beh, è vero che entrambe le pagine sono un punto di “atterraggio” per gli utenti, ma le loro funzioni, strutture e obiettivi sono nettamente differenti.

La homepage del tuo sito è concepita per un pubblico più ampio e variegato. Il suo scopo è dare una visione generale della tua attività, dei servizi e dei prodotti che offri. 

  • È ricca di link e sezioni diverse (menù di navigazione, footer, collegamenti a blog, shop, chi siamo, ecc.) che permettono al visitatore di esplorare l’intero “universo digitale” del tuo brand. 
  • Le Call to Action (CTA) sulla homepage sono spesso meno specifiche, invitando l’utente a “Scoprire di più”, “Visitare lo shop” o avere “Maggiori informazioni”. 
  • Gli utenti che arrivano sulla homepage possono essere lì per svariati motivi e, in linea generale, non hanno ancora preso una decisione chiara su cosa vogliono fare; sono in una fase di scoperta e curiosità. Quindi, prima di scrivere i testi della home, devi sempre cercare di capire cosa vuoi che facciano le persone, una volta atterrate sul tuo sito. Devi cercare di guidarle in un percorso semplice all’interno della tua casa digitale, per indicare loro le possibili vie da percorrere.

Al contrario, la landing page è una pagina singola e focalizzata su un solo concetto chiave

  • Il suo design è pulito e semplice, con l’obiettivo di eliminare ogni possibile distrazione e di concentrare l’attenzione dell’utente su un’unica, specifica azione. 
  • Nella maggior parte dei casi non presenta il menù di navigazione del sito o link che possano portare l’utente fuori dalla pagina principale, proprio per evitare dispersioni e perdite di clic. 
  • I visitatori che arrivano su una landing page sono lì perché hanno già mostrato un interesse specifico per l’offerta veicolata dall’annuncio o dal link cliccato. Sono più “caldi” e avanti nel “ciclo di vita del cliente”, sono pronti alla conversione. 
  • Questo focus sull’obiettivo unico contrasta con la molteplicità di opzioni offerte da una homepage, che potrebbe sopraffare l’utente e diminuire la probabilità di azione.

Ecco una tabella riassuntiva delle differenze chiave.

CaratteristicaHomepageLanding Page
ObiettivoPanoramica generale, esplorazione del brand e dei servizi.Unico e specifico: conversione (lead, vendita, iscrizione a corso, webinar o evento).
PubblicoAmpio, variegato, in fase di scoperta e ricerca di informazioni.Specifico, in target, già interessato all’offerta e pronto all’azione.
StrutturaMolti link, menù di navigazione, footer, diverse sezioni.Meno link (spesso solo uno per la conversione), poche o nessuna distrazione, spesso senza menù di navigazione.
CTAMeno specifiche (“Scopri di più”, “Vai ai prodotti”).Molto specifiche (“Scarica il coupon”, “Acquista ora”, “Richiedi un preventivo”, “Richiedi una demo”). UNA CTA per PAGINA.
Livello CoinvolgimentoCuriosità, ricerca di informazioni.Maggiore interesse, più incline all’azione, vicinanza alla fase di acquisto.

E al solito, ci sono le eccezioni, perché anche il web è pieno di sfumature: in alcuni casi, l’homepage del sito può infatti fungere anche da landing page, soprattutto se è strutturata per svolgere una funzione simile, ad esempio offrendo una prova gratuita di un servizio in evidenza per raccogliere dati per il remarketing. 

Questi casi dimostrano che la funzione di landing page può essere assunta anche da altre pagine, a patto che ne riprendano le caratteristiche fondamentali di focus e chiarezza.

Una sola azione per volta è il nostro mantra.

Tipologie di landing page: a ognuna il suo obiettivo

Non tutte le landing page nascono uguali. E se chi nasce tondo non può morire quadrato, occorre abbinare la giusta landing page a seconda del nostro obiettivo di business

Sì, è vero, tutte le landing page condividono il principio dell’obiettivo unico e della minimizzazione delle distrazioni, ma dobbiamo necessariamente dividerle in due squadre, a seconda della finalità per cui sono state progettate. 

Capire quale tipologia è più adatta al tuo scopo è il primo passo per costruire una pagina di atterraggio che fa canestro.

1. Squeeze Page (o Lead Capture Page)

Le Squeeze Page, o pagine di acquisizione lead, sono progettate per ottenere i dati di contatto dei visitatori, trasformandoli in “lead” (potenziali clienti). 

Il loro elemento distintivo è un modulo di contatto (form), posizionato in bella vista, dove l’utente può inserire informazioni come nome, cognome, indirizzo email, numero di telefono o altri dati rilevanti per la tua attività.

Il “segreto” per spingere un utente a lasciare i propri dati è offrire qualcosa di valore in cambio, un cosiddetto “lead magnet”. Si tratta di una leva di persuasione molto efficace: quella della reciprocità

Questo regalino può avere diverse forme.

  • Una guida gratuita o un e-book.
  • Un coupon sconto o una promozione esclusiva.
  • L’accesso a un corso gratuito o a un webinar.
  • Una fidelity card.
  • Un periodo di prova gratuito di un servizio.

Esempio efficace di squeeze page è quella di Shopify, che punta tutto sulla semplicità. Ha il form di contatto bene in evidenza e dà indicazioni precise su cosa succederà dopo che l’utente avrà lasciato la sua mail. Questo aspetto è molto importante, perché rassicura e dà valore alla persona, un modo in più per rispettare il nostro pubblico.

Esempio di landing di Shopify

Altra squeeze page di ispirazione è quella di Audible, che fa leva sulle emozioni dell’audience per stimolarla a fornire i suoi dati.

Il dualismo sentire/ascoltare crea coinvolgimento immediato. I caratteri bianchi su sfondo scuro mettono in risalto la headline.

Esempio di una landing page di Audible

Consiglio: sii direttə e non troppo aggressivə nella richiesta di informazioni personali. Chiedi solo i dati strettamente necessari (a volte basta solo l’email), altrimenti potresti scoraggiare gli utenti e diminuire il tasso di conversione. L’obiettivo è stabilire una relazione che possa, in un secondo momento, portare a una vendita. Una volta ottenuto il contatto, puoi attivare strategie di “lead nurturing” per condurre il potenziale cliente verso l’acquisto e poi alla fidelizzazione

2. Sales Page (o Click-Through Page)

Le Sales Page hanno lo scopo di convincere direttamente gli utenti a comprare un prodotto o un servizio. A differenza delle squeeze page, l’elemento focale non è il modulo, ma un pulsante di Call to Action (CTA) che rimanda direttamente all’acquisto o alla fase successiva del processo di vendita (es. pagina di carrello o checkout dell’e-commerce).

Queste pagine sono spesso utilizzate a valle di campagne con annunci a pagamento, quando l’utente ha già mostrato un interesse specifico e si trova in una fase più avanzata del funnel di acquisto. 

L’obiettivo è presentare il prodotto o servizio in modo così interessante e rilevante,  da spingere l’utente a compiere l’azione desiderata in modo semplice e veloce.

Per raggiungere questo scopo, le sales page spesso includono:

  • Dettagli approfonditi sul prodotto o servizio.
  • Recensioni e testimonianze di altri clienti come riprova sociale.
  • Video esplicativi che illustrano il funzionamento o i benefici.

Un esempio efficace di sales page è quella di Sky, focalizzata su un singolo prodotto con il prezzo ben in risalto.

Esempio di uan alnding page di Sky Mobile

Considerazione importante: la scelta tra una squeeze page e una sales page dipende molto dalla natura del tuo prodotto o servizio

Per beni, servizi di lusso o nel settore B2B, che per sua natura ha processi decisionali di acquisto più lunghi rispetto alla media, e che richiedono maggiori approfondimenti (es. consulenza finanziaria, l’acquisto di un’auto, di un immobile residenziale o commerciale, macchinari e attrezzature), potrebbe essere più efficace una squeeze page per avviare una relazione, piuttosto che forzare una vendita immediata. 

O meglio: prevedi una serie di landing page per le varie fasi del customer journey.

Prima l’analisi, poi lo sviluppo

Prima di iniziare con la fase operativa, dobbiamo comprendere che una landing page di successo richiede una fase di analisi approfondita, così come dovrebbe essere prima di avviare qualsiasi attività promozionale. 

Non si tratta solo di design, ma di capire a fondo il contesto in cui la pagina opererà. Come sottolinea Flavia Rubino nel suo libroIl branding agile e la formula della fiducia, testo imprescindibile per chiunque desideri capire il marketing da una prospettiva più ampia e con una visione completa, il punto di partenza è un concetto forte e chiaro.

“Il concetto è la descrizione di un bisogno e di un prodotto/servizio che lo soddisfa”.

Per svilupparlo, è fondamentale analizzare:

  • L’arena competitiva: cosa fanno i tuoi concorrenti? Come si posizionano?
  • Le tue “buyer personas”: chi è il tuo pubblico ideale? Quali sono i loro dati demografici, psicografici, abitudini, valori?
  • I loro bisogni (needs), desideri (wants) e punti dolenti (pain points): quali problemi stanno cercando di risolvere in relazione al tuo prodotto/servizio? Cosa li motiva? Quali sono le loro frustrazioni?

Le componenti di un concetto solido sono:

  • Il titolo: l’elemento che cattura l’attenzione iniziale. 
  • Il problema: la sfida o la difficoltà che il tuo pubblico affronta.
  • Il beneficio: la soluzione o il valore che il tuo prodotto/servizio offre.
  • La “reason why”: il motivo per cui la tua offerta è la migliore o unica.

Senza un concetto forte e chiaro, la tua landing page non avrà scampo

È fondamentale che ogni landing page si basi su una SOLA idea dominante, per evitare che l’utente scappi senza nemmeno un saluto. Questo ti permette di creare anche più landing page, ognuna focalizzata su un concetto o segmento di pubblico diverso, massimizzando così la sua pertinenza e il tasso di conversione.

Per assicurarti che il tuo concetto sia efficace, poniti queste domande chiave:

  • Il problema identificato è rilevante per il mio pubblico?
  • Il beneficio che risolve questo problema è chiaro, personale e motivante?
  • Il concetto segue un filo logico con una struttura problema-beneficio-reason why?
  • Il concetto si fonda su una SOLA idea ed è facile da capire?
  • Hai adottato il punto di vista del potenziale cliente, in modo che sia stimolato a provare il tuo prodotto/servizio?
  • Questo concetto è in linea con i valori del tuo brand e ne rafforza il posizionamento?

Rispondere in modo chiaro a queste domande sarà fondamentale e agevolerà il lavoro per creare landing page orientate alla conversione.

Elementi chiave di una landing page che converte

Ora che abbiamo chiarito cos’è una landing page, le sue differenze con l’homepage e le varie tipologie utili ai tuoi obiettivi di business, è il momento di scendere nel concreto: quali sono gli elementi indispensabili per creare una landing page che converte davvero?

Passiamo quindi alla parte più operativa e anche creativa!

Let’s write and design!

Obiettivo unico e chiaro

Lo riscriviamo perché questo aspetto è di vitale importanza. 

Ogni landing page deve avere un solo obiettivo, espresso in modo diretto e comprensibile.
Chiediti sempre: “cosa voglio che l’utente faccia qui?”. Desidero che mi lasci il suo contatto, che acquisti un prodotto o prenoti una demo? La risposta deve guidare ogni parola, immagine e call to action della pagina.

1 landing page = 1 sola CTA.

Titolo che cattura e parla al bisogno

Il titolo o headline è la prima cosa che l’utente legge. Deve essere coinvolgente e orientato al beneficio: chiarisci subito il valore che offri, rispondi a un problema specifico o sollecita la curiosità per spingere a leggere oltre. Fammi sapere subito se sono nel posto giusto per me. Non ci devono essere sforzo mentale e difficoltà di decodifica.

Le persone comprano soluzioni, non prodotti o servizi.

Un po’ come ha fatto Apple con il suo Apple Watch: non vende mica un orologio, ma un oggetto per una vita più sana.

Esempio di una landing page per Apple Watch

Sottotitolo di supporto

Un buon sottotitolo rafforza la promessa fatta nel titolo, spiega cosa otterrà l’utente e perché dovrebbe fidarsi di te, usando un linguaggio semplice e umano. 

Parola d’ordine: specificità della promessa, in titolo, sottotitolo e in tutta l’above the fold, ovvero la prima schermata della tua landing page che visualizzano gli utenti (e quella nella quale passano la maggior parte del loro tempo). 

Bullet point con i vantaggi in primo piano

È fondamentale spiegare chiaramente i vantaggi della proposta, per invogliare l’utente a fermarsi sulla tua landing. 

Un buon consiglio è quello di inserire almeno 3 punti fondamentali e specifici. Il bullet point facilita la lettura rapida anche da mobile.

In questa sezione è possibile abbinare anche un video esplicativo dove ad esempio si presentano le persone dell’azienda o il prodotto in funzione: questo rafforza il clima di fiducia nei confronti del tuo brand.

Call to Action (CTA) ben visibile

La CTA deve essere chiara, specifica e prominente. Il microcopy di una CTA è un dettaglio che fa davvero la differenza!

Usa verbi d’azione e colori che si distinguano dal resto della pagina. 

Posizionala above the fold subito sotto i 3 benefici principali e ripetila, se la landing è lunga, per non far perdere l’occasione di conversione.

E allora guardiamo questo super esempio di above the fold a regola d’arte di Luca Orlandini e della sua agenzia. Luca è uno dei massimi esperti di strategie di conversione in Italia. 

C’è tutto: titolo e sottotitolo specifici, promessa forte, benefici chiari, CTA ben visibile.

Esempio di landing page di Orlandini

Form di Contatto (per Squeeze Pages)

Se l’obiettivo della tua landing page è la raccolta di dati (Lead Generation o Squeeze Page), il modulo di contatto deve essere posizionato in above the fold o deve essere immediatamente raggiungibile mediante la CTA.

Cerca di richiedere solo il minimo dei dati necessari, perché ridurre il numero di campi aumenta i tassi di conversione. 

Visual coerenti e impattanti

Immagini, icone o video non sono semplici “abbellimenti grafici”: in una landing page hanno la funzione strategica di:

  • Trasmettere coerenza visiva con il tuo brand, rafforzandone la riconoscibilità.
  • Evidenziare il messaggio chiave: ogni visual deve supportare la comprensione dell’offerta, non distrarre.
  • Evocare emozioni positive e immediate, creando il giusto “mood” che stimola l’utente ad agire.

Consiglio speciale: cerca di non usare le immagini di stock. Perché lo stesso modello che ha posato per lo shooting da studio dentistico, poi te lo ritrovi anche in versione chef, farmacista, manager. O peggio, accoglie i tuoi prospect sul sito di un competitor. 

Come scrive Silvia Pelucchi, Brand Designer e autrice della bellissima rubrica: “Pippone del martedì”, in onda su LinkedIn, “Giorgio non è tuo. Giorgio è di tutti.

Sezione di approfondimento: rendi chiaro il tuo valore

Subito sotto l’above the fold, più impattante a livello emotivo, in questa parte della landing page occorre rassicurare la parte razionale del nostro utente, quindi dobbiamo spiegare meglio cosa offriamo:

  • Qual è il metodo e il percorso con cui risolvi il suo problema?
  • Perché la tua offerta è diversa e migliore rispetto ad altre?

Usa testi brevi, chiari e leggibili, evita giri di parole e tecnicismi eccessivi. Qui il tono deve essere sicuro ma empatico, come un professionista che conosce bene le esigenze dei propri clienti.

Questo è il momento giusto per inserire numeri, statistiche: le famose prove a sostegno della promessa forte che abbiamo inserito nel titolo in above the fold.

Riprova sociale e testimonianze

Inserisci recensioni, loghi di aziende clienti o casi studio. La riprova sociale aumenta la fiducia e riduce le obiezioni, soprattutto in contesti B2B dove la credibilità è decisiva.

Design responsive e caricamento veloce

Una landing page deve essere mobile-first, veloce nel caricamento e ottimizzata per ogni dispositivo. Se la pagina non si carica bene o è difficile da navigare, il tasso di conversione crolla.

Sezione FAQ o obiezioni

Includi una sezione di domande frequenti o risposte alle obiezioni più comuni, per aiutare l’utente a sentirsi sicuro della sua scelta.
Qui puoi spiegare:

  • Come funziona l’offerta.
  • Cosa succede dopo la conversione.
  • Condizioni di pagamento, termini, scadenze.

Puoi prendere spunto dalle domande che fanno più spesso i clienti al tuo reparto commerciale. Chi meglio di te conosce la sua azienda?

Trasparenza e informazioni legali

Inserisci sempre nel footer i riferimenti dell’azienda (P.IVA, contatti, link privacy policy). Questo aumenta la fiducia, soprattutto se chiedi dati personali. E ovviamente è necessario per rispettare i termini di legge, per rendere la tua landing page conforme al GDPR.

Mockup di esempio di una landing page

Tutti i benefici di una landing page a regola d’arte

Più conversioni, fiducia e ROI ottimizzato.

Una landing page ben progettata è un asset strategico per il tuo business. 

Ecco perché:

  • Aumenta il tasso di conversione

Ogni elemento, dal titolo alla CTA, è studiato per guidare l’utente verso l’azione desiderata, riducendo distrazioni e frizioni nel percorso.

  • Massimizza il ROI delle tue campagne

Con una landing page ottimizzata, ogni euro investito in traffico a pagamento o organico lavora meglio. Più conversioni con lo stesso budget significano un ritorno sull’investimento più alto.

  • Rafforza la fiducia nel tuo brand

Un visual coerente, copy chiari e social proof ben visibili aumentano la percezione di affidabilità, incentivando l’utente a lasciarti i propri dati o completare un acquisto.

  • Genera lead più qualificati

Quando il messaggio è mirato e parla direttamente ai bisogni del tuo target, attiri contatti realmente interessati, migliorando la qualità del database e le possibilità di chiusura.

  • Riduce il costo di acquisizione clienti (CAC)

Pagine più performanti richiedono meno traffico per raggiungere gli stessi obiettivi, abbassando i costi complessivi di acquisizione.

  • Facilita l’analisi e l’ottimizzazione continua

Strutture chiare e obiettivi precisi permettono di tracciare facilmente ogni interazione, testare varianti e migliorare i risultati nel tempo.

AI e landing page: un supporto, non una bacchetta magica

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche la creazione di landing page, e offre strumenti che velocizzano e semplificano processi che fino a pochi anni fa erano più complessi. 

Oggi, grazie a tool come ChatGPT o Claude, puoi ottimizzare testi, riformularli in modo più chiaro e generare idee creative per i tuoi titoli e CTA

Allo stesso modo, Midjourney, Dall-E e Sora consentono di creare visual di impatto, utili per concept e mockup.

Ricorda però che l’AI è solo un mero esecutore, non sostituisce l’approccio strategico umano: solo unə buon copywriter o UX designer sa quando quando un testo, pur essendo corretto, non parla davvero al target o un’immagine è “bella” ma non funzionale alla conversione.

Usa l’AI come acceleratore per brainstorming, ottimizzazioni SEO e revisioni stilistiche, ma affidati sempre all’esperienza professionale umana per costruire pagine persuasive e coerenti con la tua brand identity.

Test A/B e multivariato per ottimizzare la tua landing page

Una landing page efficace non nasce perfetta: si costruisce, si testa e si ottimizza.
I test A/B e multivariati sono strumenti indispensabili per aumentare il tasso di conversione e massimizzare il ROI delle tue campagne, perché ti permettono di capire cosa funziona davvero per il tuo pubblico, senza affidarti a intuizioni o gusti personali.

Cos’è un test A/B?

Un test A/B confronta due versioni di un elemento (o dell’intera pagina) modificando una sola variabile alla volta, per capire quale ottiene migliori risultati. In pratica, cerchiamo di semplificare al massimo:

  • Titolo (H1)
    ➔ Versione A: focus sul beneficio principale
    ➔ Versione B: focus sul problema da risolvere
  • CTA
    ➔ Versione A: “Richiedi la tua demo gratuita”
    ➔ Versione B: “Prova subito senza impegno”
  • Visuali
    ➔ Versione A: immagine prodotto
    ➔ Versione B: foto di un cliente soddisfatto
  • Colori del pulsante CTA
    ➔ Versione A: blu (coerente col brand)
    ➔ Versione B: arancione (colore che attira l’attenzione)
  • Lunghezza della landing page
    ➔ Versione A: pagina breve, con form subito above the fold
    ➔ Versione B: pagina più lunga con sezioni dettagliate e riprova sociale

E il test multivariato?

Il test multivariato invece permette di testare più elementi contemporaneamente, analizzando quale combinazione genera più conversioni. È ideale quando hai già raccolto insight dai test A/B e vuoi ottimizzare la landing in modo avanzato.

In generale è un test più complesso e può avere senso solo se hai tanto traffico da analizzare, per avere dei risultati effettivamente validi.

Best practice operative

  • Testa una variabile alla volta nei test A/B per risultati chiari.
  • Raccogli un campione statistico adeguato prima di trarre conclusioni (altrimenti rischi di prendere decisioni affrettate).
  • Prioritizza i test sugli elementi con maggiore impatto, come titoli e CTA, prima di passare a dettagli minori.
  • Analizza i dati con obiettività: non sempre ciò che piace internamente funziona meglio per il pubblico.

Curiosità: ormai è passato alla storia che, nella campagna presidenziale statunitense del 2008, il candidato (e futuro presidente) Barack Obama riuscì a ottenere 60 milioni di dollari in più in donazioni proprio grazie a un esperimento A/B eseguito sulla sua landing page.

Landing page e SEO strategy: noindex vs index, quando conviene e per quali campagne

Quando crei una landing page, un altro aspetto importante da valutare è se impostarla come index o noindex. La scelta dipende dagli obiettivi della campagna e dall’uso strategico della pagina nel tuo funnel di marketing e nella tua SEO strategy.

Quando usare “index”

Imposta la tua landing page su index quando:

  • ha valore SEO a lungo termine, con contenuti ottimizzati per keyword strategiche che possono generare traffico organico nel tempo.
  • È parte integrante della struttura informativa del sito (es. pagine servizio, pagine prodotto, pagine pillar).
  • Desideri posizionarla su Google per intercettare ricerche informazionali o transazionali coerenti con la tua offerta.

Esempio pratico: landing page evergreen su un servizio B2B (“Software CRM per PMI”) ottimizzata per keyword specifiche.

Quando usare “noindex”

Imposta la tua landing page su noindex quando:

  • fa parte di campagne adv specifiche (Google Ads, LinkedIn Ads, Meta Ads) e non deve essere indicizzata, per evitare di generare traffico organico non qualificato o cannibalizzare altre pagine SEO.
  • È una pagina temporanea o stagionale (es. promo Black Friday, campagne a tempo limitato) che verrà disattivata o modificata dopo la campagna.
  • Contiene contenuti duplicati o simili ad altre pagine e non aggiunge valore SEO, rischiando anzi di ridurre la forza delle pagine già indicizzate.

Esempio pratico: squeeze page realizzata solo per la raccolta lead tramite adv, con contenuto minimale e privo di ottimizzazione SEO. 

Nota bene: a cosa pensare prima di pubblicare la tua landing page

  • Prima di pubblicare la landing, definisci chiaramente il suo ruolo strategico: è pensata per generare traffico organico o solo per campagne paid?
  • Se decidi di indicizzarla, ottimizzala con best practice SEO come qualsiasi altra pagina del sito: keyword research, meta tag, H1-H2 coerenti, copy di qualità e CTA rilevanti.
  • Se la imposti come noindex, assicurati che i canali adv portino traffico qualificato e traccia sempre conversioni e KPI per misurarne l’efficacia.

Landing page: insight e trend da tenere d’occhio

Il recente approfondimento di Backlinko evidenzia un trend chiave che dovresti sapere: il tasso di conversione medio di una landing page è del 6,6% (Unbounce).

Ecco una ripartizione dettagliata del tasso di conversione medio delle landing page per settore:

Tabella con i tassi di conversione delle landing per vari settori
  • La posta elettronica si distingue come il canale più efficace, raggiungendo un tasso di conversione medio della landing page del 19,3% (Unbounce).
  • Il 38,6% dei professionisti del marketing afferma che i video aumentano il tasso di conversione degli landing page più di qualsiasi altro elemento (HubSpot).
  • I dispositivi mobili generano l’82,9% del traffico verso le landing page (Unbounce).

Certamente, il tasso di conversione dipende anche dalla tipologia di conversione cui puntiamo: sarà più facile raccogliere una mail (magari in cambio di un “regalino”) piuttosto che vendere un bene o un servizio.

Dati piuttosto interessanti no? Prova a tenerne conto quando pensi alla tua prossima landing page!

Se vuoi altri consigli specifici su come integrare una landing page all’interno di una strategia di web marketing più ampia, così da ottimizzare al massimo la sua funzione: scrivici cliccando qui.