Macro di una bussola su un tavolo

Google KPI: quali sono, perché sono importanti e come interpretarli al meglio

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Per ottimizzare le campagne di Google Ads è fondamentale saper distinguere tra semplici metriche tecniche e KPI strategici

I KPI, o Key Performance Indicator, ti permettono di valutare l’efficacia reale delle campagne rispetto agli obiettivi di business, migliorare il ROI e prendere decisioni informate.

Vediamo insieme quindi quali sono i KPI davvero utili per il tuo brand se hai deciso di investire in campagne paid, come interpretarli, quali errori evitare e come impostare un monitoraggio strategico che generi valore concreto (e non solo numeri).

Perché la vera sfida, come ha detto Carly Fiorina, ex CEO di Hewlett-Packard: “è trasformare i dati in informazioni, e le informazioni in intuizioni”.

In origine ci sono i tuoi obiettivi e i fattori di costo

Se sai dove vuoi andare, troverai meglio la tua strada: anche su Google Ads.

Definire gli obiettivi delle tue campagne in ottica “SMART” (specifico, misurabile, raggiungibile, rilevante e temporizzato) è necessario per il successo delle tue campagne. Non ci sono scorciatoie o magie.

Ogni obiettivo ha il suo KPI di riferimento, e ogni KPI va interpretato alla luce del costo che sei dispostə a sostenere per raggiungerlo.

Per tradurre questi obiettivi in risultati concreti, serve mettere sul tavolo anche altri numeri importanti:

  • Il budget disponibile
  • Il costo del prodotto o servizio (COGS, costo del bene venduto, se hai un ecommerce)
  • Il margine che vuoi ottenere
  • Il tasso di chiusura commerciale, se lavori a lead
  • La redditività attesa per ogni conversione

Facciamo un esempio.
Se vendi un servizio in abbonamento e sai che un cliente ti porta in media 1.200€ l’anno, potresti decidere che acquisirlo ti conviene anche se ti costa 150€ oggi.
Ma se non conosci il valore di quel cliente nel tempo, rischi di fermarti al costo per clic (CPC), senza vedere il quadro completo.

Tra l’altro, ragionare e prendere decisioni solo sul costo per clic (CPC) è preistoria per Google Ads.

Oggi le campagne sono ottimizzate principalmente per conversioni: richieste di contatto, iscrizioni alla newsletter, acquisto di prodotti e via dicendo.

In sintesi: prima chiarisci cosa vuoi ottenere, poi ragiona su quanto sei dispostə a spendere per ottenerlo.
Solo così potrai impostare campagne sensate, KPI coerenti e analisi davvero utili per far crescere il tuo business.

Metriche e KPI: una differenza sostanziale

Dopo che hai definito cosa vuoi ottenere, puoi finalmente scegliere KPI e metriche di Google ads più appropriate per raggiungere e monitorare ciascun obiettivo.

Ma occorre fare una distinzione: perché quella tra metriche e KPI, è una differenza sostanziale.

  • Le metriche sono misurazioni descrittive. Frammenti di informazioni che ti raccontano in modo oggettivo cosa sta accadendo: quante persone cliccano sul tuo annuncio, quante visualizzazioni ha avuto, quante chiamate hai ricevuto in un dato lasso temporale. Ma non è detto che ti aiutino a comprendere come stanno andando realmente le cose per il tuo business, o perché.
  • I KPI invece, sono, sì, metriche, ma trovano la loro ragion d’essere in relazione a un obiettivo. Ti dicono insomma, se stai raggiungendo gli obiettivi prefissati o no, e nel caso, sai se occorre cambiare approccio

Google KPI + metriche fondamentali da conoscere

Al di là dell’unicità del tuo modello di business, per cui, ogni caso è diverso e merita delle riflessioni personalizzate, ci sono però  KPI e metriche che dovresti conoscere e monitorare sempre quando attivi una campagna su Google Ads: questo ti renderà più consapevole e saprai anche come approcciarti meglio ai consulenti della tua agenzia.

Metriche tecniche da tenere d’occhio

Le metriche tecniche ti aiutano a capire cosa sta succedendo a livello operativo nelle tue campagne. Sono indicatori di performance fondamentali per valutare la qualità del traffico che stai generando

Ecco le principali.

  • Clic: quante volte gli utenti hanno cliccato sui tuoi annunci. Ti dà una misura dell’interesse immediato.
  • Impression: quante volte il tuo annuncio è stato visualizzato. Se il numero è alto ma i clic sono pochi, forse c’è qualcosa da rivedere nel copy, nel visual (soprattutto per le campagne display) o nel targeting. 
  • CTR (Clic-Through Rate): è il rapporto tra clic e impression. Un buon CTR indica che il messaggio del tuo annuncio è pertinente per chi lo vede.
  • Costo per clic (CPC): quanto stai pagando in media per ogni clic. È utile per capire quanto ti costa ogni visita e se il tuo budget viene speso in modo efficiente.
  • Punteggio di qualità: si tratta di una valutazione da 1 a 10 assegnata a ciascun annuncio da Google Ads. Si basa su una serie di fattori, tra cui la pertinenza dell’annuncio, il tasso di clic (CTR) e l’esperienza dell’utente sulla landing page.
  • Percentuale di coinvolgimento (da Analytics): quanto gli utenti restano sul sito, quante pagine visualizzano, che tipo di interazione hanno. 

Queste metriche non ti dicono se stai effettivamente guadagnando, ma ti aiutano a capire se stai attirando il giusto tipo di pubblico, con i giusti annunci. 

KPI Google strategici: il tuo faro nella notte delle ads

I KPI strategici, dicevamo, sono quelli che collegano i risultati delle campagne agli obiettivi reali del tuo business. Sono i tuoi indicatori di successo e, di fatto, ti rivelano se l’investimento pubblicitario sta portando valore.

Ecco i più importanti.

  • CPA (Costo per Acquisizione): quanto ti costa ottenere un lead, una vendita o un’azione significativa. 
  • Tasso di conversione: su 100 clic, quante persone completano l’azione desiderata? È un KPI chiave per valutare se il messaggio e la landing page funzionano.
  • ROAS (Return On Ad Spend): per ogni euro speso in pubblicità, quanti ne stai guadagnando? È il KPI fondamentale per capire se la tua campagna sta funzionando. 
  • NCAC (New Customer Acquisition Cost): quanto costa acquisire un cliente nuovo. È strategico per chi lavora su lifetime value e fidelizzazione.

Cerca di concentrarti su questi KPI. E se lavori con un’agenzia, chiedi sempre che i report siano chiari e basati su questi dati: ti aiuteranno a prendere decisioni più lucide e a massimizzare il ritorno delle tue campagne.

Come leggere i dati in ottica strategica e business-oriented

Che te ne fai di una bussola se non sai dove andare? 

Per questo è fondamentale imparare a leggere i dati di Google Ads anche con una logica strategica, orientata agli obiettivi del tuo business. 

Ogni metrica, se isolata, può dirti tutto e niente. Bisogna unire i puntini, o meglio i numeri, alle tue esigenze.  I dati devono produrre cambiamenti e azioni tangibili, altrimenti sono inutili.

Facciamo un esempio.

  • Hai un CTR alto? Buono, ma se il tasso di conversione invece è basso, stai attirando persone che poi non compiono nessuna azione rilevante. Forse stai puntando sulle parole chiave sbagliate, o la tua offerta non è convincente? Pensiamoci.
  • Il CPA è in linea con il budget, ma il ROAS è negativo? Stai pagando per acquisire clienti, ma quei clienti non ti fanno guadagnare abbastanza. Se il margine di profitto del prodotto o del tuo servizio è basso, anche se il CPA è contenuto, le entrate generate potrebbero non essere sufficienti a coprire i costi. E quindi qui c’è un problema a monte.

Ogni dato andrebbe valutato in relazione agli altri, e soprattutto in funzione degli obiettivi aziendali: stai cercando visibilità o vendite? Vuoi acquisire contatti o rafforzare il brand? Ogni obiettivo ha i suoi KPI prioritari e le sue metriche di supporto.

Il nostro consiglio: quando analizzi una campagna, chiediti sempre “questo numero mi sta aiutando ad avvicinarmi al mio obiettivo di business, o sta solo aggiungendo rumore nella mia testa?”

In più, ricordati anche di valutare l’aspetto temporale del dato. Ecco perché è utile analizzare le performance nel tempo: mese su mese, anno su anno, oppure periodo su periodo con stesso investimento. Ti permette di valutare l’efficacia reale della strategia adottata e capire se stai crescendo.

Frequenza ottimale per il monitoraggio delle tue campagne

Monitorare le performance delle tue campagne Google Ads è fondamentale e questo lo abbiamo compreso bene. Ma ogni quanto? E con quali confronti temporali?

Non esiste una risposta unica per tuttə, perché la frequenza ideale dipende dalla tipologia di campagna, dal budget, dagli obiettivi e dalla fase in cui si trova la campagna

Comunque ti diamo delle linee guida utili da tenere a mente.

Settimanale

Ideale per: interventi rapidi e monitoraggio dell’andamento operativo.
Controllare i dati ogni settimana ti permette di intercettare eventuali anomalie (costi troppo alti, CTR in calo, errori tecnici), testare modifiche (sui copy, sulle offerte, sul targeting) e fare piccoli aggiustamenti senza perdere budget prezioso.

Adatto se stai facendo A/B test e per testare nuove parole chiave..

Mensile

L’opzione giusta per: valutare le performance della campagna nel medio periodo.
Un report mensile ben strutturato ti aiuta a fare il punto della situazione: quali KPI stanno migliorando? Dove ci sono margini di ottimizzazione? Hai rispettato il budget?

Il monitoraggio mensile ti offre una visione più stabile e meno suscettibile alle fluttuazioni giornaliere.

YTD (Year To Date)

La frequenza giusta per analizzare l’evoluzione delle performance da inizio anno alla data odierna.
Questa vista ti permette di capire dove sei arrivatə rispetto agli obiettivi di business annuali, tenendo conto di stagionalità, cambiamenti di mercato, investimenti extra e altre variabili che possono aver inciso.

Utile per pianificare gli step successivi, capire l’impatto delle scelte fatte e misurare i progressi nel lungo termine. 

YoY (Year Over Year)

Adatto per: confrontare l’andamento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Un’analisi YoY ti aiuta a valutare l’effetto di azioni strutturali, come un rebranding, un cambio di pricing o l’ingresso in nuovi mercati.

Attenzione: usa sempre contesto e dati coerenti. Un calo potrebbe dipendere da dinamiche esterne (mercato, stagionalità) e non da un errore nella strategia. Al solito è necessario avere una visione ad ampio respiro del tuo business e dell’arena in cui gioca la sua partita.

L’importanza della collaborazione tra la tua azienda e l’agenzia di marketing

Per trasformare semplici numeri in strategie vincenti, serve una stretta sinergia tra impresa e agenzia. 

Tu porti la conoscenza del tuo settore, delle dinamiche aziendali e dei tuoi obiettivi di crescita; l’agenzia ti offre competenza tecnica, strumenti di analisi e know-how operativo.

Ed è insieme che si creano le migliori campagne: noi crediamo fermamente che sia così.

I KPI sono importanti per le tue campagne su Google ADS, ma ne esistono anche di preziosi per valutare il lavoro fatto assieme. 

Quali sono quelli fondamentali per te?