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Keyword Research SEO: come individuare le parole chiave e quali strumenti utilizzare

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Una volta scrivere i testi per un sito era più semplice.

Google era facile da ingannare e bastava dell’ottimo keyword stuffing, inserendo sempre la stessa parola chiave a ripetizione nel testo, per far funzionare le cose a meraviglia. 

Il motore di ricerca partiva dall’assunto che più una risorsa citasse un certo termine, più questa doveva essere importante su quell’argomento. 

Ma oggi non è più così. 

Google vuole che l’esperienza dell’utente sul web sia il più semplice e veloce possibile e, per farlo, i siti devono proporre testi chiari ed esaustivi. Oggi il keyword stuffing non serve più, perché basta utilizzare poche volte una parola chiave (anche usando quelle semanticamente affini) per far capire al motore di ricerca lo scopo del tuo testo.

Ma perché l’utente dovrebbe leggere il contenuto che hai appena scritto? Per comprare o informarsi? E tu l’hai scritto per vendere o per generare lead?

Tutto ciò che può fare il tuo testo dipenderà dalla scelta delle keywords che utilizzerai in fase di redazione, con lo scopo di intercettare al meglio l’intento di ricerca dell’utente in target.

Come scrivere testi che piacciano a Google e agli utenti? Prima serve una keyword research

Che sia il testo di un post blog o quello di una pagina del sito, prima di poterlo scrivere è importante capire qual è la parola chiave migliore per raggiungere l’obiettivo desiderato. 

Vediamo quindi insieme cosa sono le parole chiave, come distinguerle, così da poter completare una buona ricerca di parole chiave per la SEO, e quali strumenti è meglio usare per portarla a termine.

Cosa sono le parole chiave?

Una parola chiave è una formula di ricerca articolata che viene utilizzata da una persona per descrivere un proprio problema, cercare una soluzione, identificare un prodotto o un servizio che possa aiutarlo a risolvere il proprio bisogno.

Le keyword si dividono in:

  • informative: per chi è alla ricerca di informazioni
  • navigazionali: indicano un brand o una sezione particolare di un sito, ad esempio: “clickable” o “clickable lavora con noi”.
  • commerciali: quelle che presentano risultati informativi ma più vicini all’intento di acquisto, come comparazioni, recensioni o liste di prodotti
  • transazionali: per chi vuole acquistare.

C’è poi un “quinto” tipo, cioè le miste, che sono tutti quei termini di ricerca che si presentano sia per i risultati informativi che per quelli transazionali.

Se, ad esempio, cercassi la parola [pizza] su Google, mi troverei in SERP vari risultati: la pagina di Wikipedia che mi racconta la storia della pizza, i blog di cucina che mi consigliano delle ricette per l’impasto e il condimento, ma anche il “local pack” con la mappa di Google delle pizzerie vicine a me per ordinarne una o prenotare un tavolo.

Quando le persone fanno ricerche su Google, il loro scopo è di soddisfare un proprio bisogno, supplire ad una necessità o togliersi uno sfizio o una curiosità. In realtà, il termine parola chiave si riferisce al singolo argomento, mentre quelle che noi siamo abituati a chiamare keyword sono in realtà query di ricerca.

Prima di tutto, quindi, una parola chiave è ciò che una persona chiede per porre rimedio ad un problema che non riesce a risolvere.

E cosa dovrebbe fare la tua azienda se vuole vendere online? Deve risolvere questi problemi (con le pagine del sito o le landing page, con le schede prodotto o il blog).

Ad ogni fase d’acquisto la sua keyword

Il viaggio che un utente compie dal momento in cui si accorge di avere un problema fino al momento dell’acquisto finale può essere diviso in cinque fasi. Le trovi schematizzate nella seguente immagine.

Keyword Research nelle fasi di acquisto

Come esprimono le persone questi momenti su Google? Proprio con le parole chiave

Una buona ricerca delle parole chiave per la SEO può aiutarti a scoprire i problemi, le necessità e le esigenze dei tuoi futuri consumatori. Questa scoperta può aiutarti a capire quale keyword utilizzare, perché la segmentazione delle parole chiave (informazionali e transazionali) può essere affiancata al funnel di decisione d’acquisto dei consumatori. 

Keyword Informative, Commerciali e Transazionali nel processo di acquisto

Nella prima fase, dove il problema è latente, si lavora con vari canali (per esempio con la tv o la radio), è nella seconda fase che si possono utilizzare le parole chiave informative, dove l’utente è a conoscenza del problema e vuole sapere come (e con cosa) risolverlo. Nella terza, quando sarà abbastanza informato, saranno utili le keyword commerciali per fornirgli indicazioni più precise sulla soluzione e avvicinarlo al momento dell’acquisto. Infine, nelle ultime due fasi bisognerà utilizzare quelle transazionali perché l’utente è pronto ad comprare e ha solo bisogno della spinta finale.

Per ognuna di queste fasi di consapevolezza, quindi, c’è un tipo di keyword che puoi utilizzare ed è qui che si vede l’abilità di chi interpreta le parole chiave: capire in che fase si trovano gli utenti di cui stai cercando di attirare l’attenzione e scegliere le keyword giuste per lo scopo.

Esempio pratico delle keyword associate alle fasi di acquisto

Un imprenditore ha bisogno di trovare clienti su Google (prima fase). Come può farlo?

Per iniziare digita [come trovare clienti su Google] e scopre l’esistenza della SEO (seconda fase).

Nella terza fase vuole sapere come funziona ciò che ha scoperto nella fase precedente. La keyword migliore qui sarà [come funziona la SEO]. 

A questo punto decide di non volere l’aiuto di un esperto, ma di voler fare una formazione approfondita tramite un corso di un’accademia online (quarta fase): la sua ricerca si baserà su keyword come [migliore corso SEO Online]. Trovato ciò che cerca  decide di acquistare (quinta ed ultima fase).

Quindi, a mano a mano che la sua ricerca progrediva, è cambiato il suo intento di ricerca e anche il tipo di parole chiave utilizzate, partendo da termini più generali (e informativi) a quelli sempre più precisi (e transazionali).

Quando occorre fare una ricerca keyword?

Potrà essere sorprendente, ma la SEO non è l’unica cosa che può trarre benefici da una ricerca keyword.

Infatti, questa operazione serve in tantissimi momenti diversi della SEO, anche quando:

  • occorre pensare o ristrutturare l’architettura informativa del sito; o ancora quando occorre validarne una con i dati relativi alle ricerche degli utenti su Google o su qualsiasi altro motore di ricerca. Ci hai fatto caso? Le query di ricerca possono darti ottimi spunti anche per capire come scrivere la pagina chi siamo, strutturare la pagina contatti, ma anche sapere cosa inserire nelle categorie e nelle schede prodotto degli e-commerce
  • è necessario validare la pianificazione editoriale del blog con dei dati
  • è necessario comunicare al team di content marketing quali risorse servono su una certa pagina. Ad esempio, grazie alla keyword research, e alla conseguente analisi delle SERP, potresti scoprire che servono video, molte immagini o magari una cara vecchia tabella in HTML, o delle schede in pdf da scaricare
  • devi condurre una campagna su Google Ads, anche se in questo caso occorre individuare solo alcune chiavi specifiche. Esiste una grande differenza tra chiavi transazionali, da utilizzare per le campagne e chiavi informative (ma di questo ti spiegherò tutto tra poco)
  • devi trovare spunti e idee per la link building. Esatto, anche l’ottenimento dei link va curato e pianificato nel dettaglio, come si fa per la SEO del proprio sito.

Come hai visto, quindi, ci sono moltissime occasioni in cui possa servire una keyword research.

Quello che accomuna tutte queste pratiche (e infatti sono tutte accomunate dalla ricerca delle parole chiave), è la definizione del come si comporta il cliente tipo: cosa lo guida dal rendersi conto di avere un problema al volerlo risolvere con un prodotto o un servizio che vendi proprio tu.

Come scegliere le parole chiave giuste?

Le parole chiave non sono tutte uguali. Alcune sono termini generici come “pizza”. Altre sono molto più precise, come “anello da uomo in titanio opaco con incisione personalizzata”.

Di norma, posizionarsi su parole chiave generiche è difficile, dispendioso e richiede molto tempo, mentre posizionarsi su chiavi più precise è decisamente più semplice.

Il rovescio della medaglia, come potrai intuire, riguarda il numero di ricerche di queste chiavi. Una parola chiave come “gps” avrà moltissime ricerche, ma sarà molto generica e imprecisa. Il motore di ricerca non può capire se cerchi GPS perchè vuoi venderne uno, comprarlo o solo sapere cos’è.

Molto più semplice invece se volessi posizionarti su una chiave come “come installare un localizzatore gps”. L’intento è chiaro: stai cercando una guida su come procedere. 

Si tratta in questo caso di una long tail keyword (parola chiave a coda lunga) perché è composta da più di una parola e, anche se ha un traffico minore rispetto a quelle generiche a coda corta (cioè composte da una sola parola: GPS), ti permette di trovare un pubblico più mirato e che ha uno scopo preciso.

La scelta delle parole chiave, quindi, deve essere fatta tenendo in considerazione che queste devono essere:

  • Pertinenti
  • Specifiche
  • Coerenti
  • Significative per il proprio intento aziendale.

Parole che possono creare fraintendimenti, poco chiare o che non sono strettamente correlate al prodotto che vendi sarebbero da scartare, all’inizio, e da tenere come obiettivi secondari per quando il sito sarà abbastanza forte da competere su queste chiavi.

Attenzione, con questo non voglio dire che dovresti tenere le sole parole chiave relative ai prodotti, ma anche tutte quelle formule di ricerca di informazioni che sono strettamente collegate al tuo prodotto.

Una ricerca come: “perché i miei pomodori diventano gialli” può essere collegata in maniera naturale a un fertilizzante e dovresti creare una FAQ o un articolo del blog apposta per rispondere a questa e a tante altre domande. 

Le keyword quindi vanno scelte anche in base a ciò che si vuole ottenere dall’utente: scegliendo una parola chiave del tipo “come fare qualcosa” si cercherà di risolvere una difficoltà del lettore, ma ciò difficilmente attiverà un intento di acquisto (almeno non subito). Se invece riuscissimo a posizionarci per una keyword contenente un servizio da noi offerto, la probabilità che l’utente acquisti quello stesso servizio sarà più alta.

Un esempio di come scegliere la keyword perfetta

Mettiamoci per un attimo nei panni di un’azienda che produce bulloni per le gomme delle automobili, settore davvero di nicchia e ristretto.

Keyword come: “bulloni”, “gomme” o “automobili” non vanno bene per la ricerca di parole chiave SEO che stiamo conducendo, perché avremo dei risultati generici, che non spiegano a fondo ciò di cui ci occupiamo e per giunta posizionarsi per queste parole chiave sarebbe impossibile, oltre che inutile a fini commerciali.

Mi spiace dirtelo: non ti posizionerai per queste chiavi. Almeno non subito. Sono chiavi ad alta competitività, e Google non si fida del primo che passa.

Non solo: perdere queste chiavi potrebbe non essere un vero grande problema. Per quanto il calo di traffico sia importante, e potresti pensare di doverti attivare per uscire da una penalizzazione di Google, guardando Analytics potresti scoprire che le pagine posizionate per parole chiave enormi, in realtà, non portavano risultati commerciali.

Se invece scegliessimo come nostra keyword di riferimento qualcosa del tipo “bulloni per pneumatici”, l’utente che effettuerà questa ricerca potrebbe trovare più facilmente il nostro sito tra i primi risultati della SERP, che per noi sarebbe un ottimo risultato, sicuramente più incentrato sugli obiettivi di business rispetto ad una keyword generica.

Andando ancora più nello specifico potremmo scegliere delle keyword che identificano l’esatto prodotto che vendiamo, ad esempio: “bulloni per pneumatici antifurto”.

Una ricerca così dettagliata è sicuramente più vicina alla conversione di una meno precisa.

Alcune parole chiave sono più ricercate rispetto ad altre, perciò il loro volume di ricerca è più alto e, generalmente, sono chiavi più competitive. Questo significa che troverai, insieme a te su Google, tanti nomi enormi del mondo e-commerce come Amazon ed Ebay o dell’informazione, primi fra tutti i giornali o i grandi portali tematici.

Molto meglio, invece, partire da chiavi più piccole e facilmente aggredibili, che possono descrivere in maniera precisa e profilata ciò che ha in mente il tuo utente tipo. Facciamo un esempio:

Ricerca: [anello]. Buona fortuna. Ne avrai bisogno.

Ricerca: [anello da uomo]. Continua ad essere terribilmente difficile.

Ricerca: [anello da uomo in titanio]. Iniziano ad aprirsi alcuni spazi. Se hai fatto un buon lavoro, una pagina dedicata ad una sotto-categoria potrebbe posizionarsi in prima pagina.

Ricerca: [anello da uomo in titanio opaco con incisione personalizzata]. Bingo! Prodotto di nicchia, ricerca molto specifica e decisamente improntata all’acquisto. Se hai attuato una buona ottimizzazione SEO del tuo e-commerce, dovresti poterti posizionare senza troppa difficoltà in prima pagina.

Questo processo non è valido solo per i prodotti, ma anche per i servizi. Facciamo un esempio:

Ricerca: [CRM]. Potresti anche riuscire a posizionarti con un contenuto enciclopedico, ma la difficoltà è altissima, perché in SERP con te troverai Wikipedia ed altri nomi enormi del settore.

Ricerca: [miglior CRM]. Ambizioso, non c’è dubbio. Ti scontrerai con giganti come Salesforce ed HubSpot.

Ricerca: [miglior CRM per ristoranti]. Iniziamo a ragionare. Se hai un prodotto specifico per questa categoria, è di certo molto più facile posizionarsi.

Ricerca: [miglior CRM per ristoranti gratuito]. Molto meglio. Quanti potranno essere i CRM per questa categoria di attività con un’opzione gratuita? Si tratta sicuramente di un ottimo punto di ingresso per aggredire la pagina dei risultati di Google.

N.B: Con questo non voglio dire che tu debba necessariamente pensare ad una versione gratuita del tuo prodotto. Voglio dire che se la tua strategia commerciale non funziona e non stai generando lead in alcun modo, la SEO non funzionerà.

Come tutti i mezzi di comunicazione, la SEO amplifica un messaggio, in questo caso il tuo messaggio è la tua offerta commerciale. Se non hai una buona offerta commerciale, la SEO non ha nulla da promuovere. Altra cosa che potrai notare è che le chiavi più marcatamente commerciali avranno una concorrenza commerciale più alta, e che spesso saranno popolate da annunci pubblicitari, motivo per cui dovresti comunque valutare anche l’affiancamento della SEO con le campagne pubblicitarie gestite da un’agenzia esperta in Google Ads.

Da Keyword a Search Intent come si è evoluto Google

Inizialmente, l’ottimizzazione per i motori di ricerca (Search Engine Optimization) era focalizzata sulla produzione di contenuti specifici per particolari query di ricerca, da qui la vecchia e obsoleta regola ‘1 keyword, 1 pagina’.

Per semplificare, era del tutto comune sviluppare due differenti contenuti per due richieste simili come “posti da vedere a Bologna” e “cose da fare a Bologna”.

La ragione risiede nel fatto che, inizialmente Google non aveva la capacità di capire appieno l’intento finale dell’utente quando inseriva una domanda specifica.

Ormai da una decina di anni le cose sono cambiate, a partire dall’introduzione dell’aggiornamento algoritmico chiamato Hummingbird.

Con l’emergere del concetto di “Search Intent“, la regola fondamentale è drasticamente mutata in “1 Intento = 1 Contenuto”. Il “Search Intent” rappresenta, quindi, l’insieme delle query che soddisfano un’identica intenzione di ricerca da parte degli utenti.

Il processo per la ricerca delle parole chiave: guida passo passo

Arrivati a questo punto possiamo tuffarci nella parte operativa, vedendo insieme una guida step by step su come ricercare le parole chiave. Non esiste un modo unico di lavoro, ogni SEO, più o meno esperto, utilizza il proprio metodo e i propri strumenti. Se sei alle prime armi la keyword research può sembrare un compito arduo, ma con i consigli giusti, diventa un’opportunità entusiasmante per far crescere il tuo sito e la tua attività online. Nel dettaglio vedremo:

  • identificazione logica dei punti di partenza
  • interrogazione di tools e software per la KW Research
  • interrogazione delle SERP
  • analisi dei competitor
  • analisi dei dati in Search Console e Google Ads (per siti già online e dotati di uno storico)
  • clustering delle Keyword.

Identificazione logica dei punti di partenza

La ricerca delle parole chiave parte tenendo in considerazione il termine più generico possibile, procedendo gradualmente verso le particolarità suggerite dalle diverse combinazioni di keyword in specifiche query.

Per esempio:

  • Nel contesto di un blog, si parte da macro argomenti o nicchie.
  • Per un e-commerce, si inizia dalle macrocategorie di prodotti, brand o generi.
  • Nel caso di acquisizione di lead, ci si focalizza su macrocategorie o servizi, sia geolocalizzati che non.

Prima di tuffarsi nei tool di ricerca delle parole chiave, è vitale attivare lo strumento più efficace che abbiamo a disposizione, il nostro cervello. La keyword research è oggi un compito complesso, con i motori di ricerca e gli utenti che diventano sempre più sofisticati. Senza una griglia mentale chiara, la ricerca può diventare rapidamente disorientante.

La prima cosa da fare è partire, quindi, da un’intervista con il cliente. Bisogna comprendere a fondo le sue esigenze, i prodotti, gli obiettivi e le peculiarità del suo business. Queste informazioni sono fondamentali per iniziare la ricerca dei termini più rilevanti, evitando confusione e assicurando una strategia mirata e efficace.

Ipotizzando di dover strutturare un blog sul fai da te, partendo dal generico per poi andare via via più nello specifico, potremmo pensare di raggruppare gli articoli per categorie come il cucito e le decorazioni, e in sottocategorie come tecniche, materiali, tutorial, libri, ecc…

Alberatura delle categorie di un blog

Per organizzare inizialmente le informazioni si possono usare tool per le mappe mentali come Xmind, i classici documenti di Word ed Excel o anche dei semplici fogli di carta.

Interrogazione di tools e software per la KW Research

Google Keyword Planner

Il tradizionale punto di inizio è il Google Keyword Planner, strumento dedicato principalmente alla ricerca delle chiavi per le campagne su Google Ads, ma che può dare ottime risposte anche quando occorre fare una ricerca delle parole chiave SEO, soprattutto per capire quali chiavi possano aiutarti a convertire, e quali invece no.

Non mi dilungherò molto, perché sul blog di Clickable abbiamo già scritto una guida completa all’uso di Google Keyword Planner. Sappi solo che è un ottimo punto di inizio, ed un fondamentale strumento di controllo per vedere le parole più cercate su Google, perché è l’unico strumento che può accedere ai dati veri dei database di Big G.

Google Trends

Trends è lo strumento di Google che permette di visionare le tendenze e le statistiche di ricerca per una determinata chiave nel corso del tempo.

È lo strumento perfetto per individuare la stagionalità delle chiavi, e capire come regolare di conseguenza la propria proposta commerciale o il proprio piano editoriale.

Facciamo un esempio pratico:

Google Trends: T-Shirt uomo

Qui sopra trovi il grafico a 5 anni della ricerca “t-shirt uomo”, e puoi notare come segua un andamento ricorrente. È una chiave molto complicata, ma presumibilmente con un buon tasso di conversione, dunque potrebbe valere la pena inserirla nei propri obiettivi a lungo termine.

Noterai che questa chiave ha un picco di ricerche ricorrente tra maggio e luglio e che, curiosamente, la ricerca inizia ad affievolirsi già ad agosto, nonostante fuori sia ancora decisamente caldo. Sfrutta queste informazioni per prepararti in anticipo, e decidere con margine promozioni e attività SEO da condurre.

Discorso affine per la chiave “hotel Rimini”, individuata dal grafico qui sotto.

Google Trends: Hotel Rimini

Puoi vedere che la ricerca inizia molto presto, già a marzo, per poi crollare a settembre, anche se la stagione non è ancora finita. Sono informazioni d’oro, che puoi sfruttare per ottenere un vantaggio competitivo e commerciale importante, pensando a promozioni e attività commerciali ad hoc sia per i periodi di magra, che per quelli in cui la ricerca è più stimolata, ed anche sfruttando una strategia di link building per posizionarti per tempo.

In questo secondo caso, Google Trends offre altre interessanti informazioni, come le regioni dove la ricerca è più stimolata.Naturalmente trovi l’Emilia-Romagna, ma anche l’Umbria e la Lombardia sembrano essere mercati promettenti. Perché non studiare attività ad hoc su Google Ads da integrare alla SEO per quelle regioni?

Keyword Researcher Pro

Keyword Researcher Pro è un magnifico strumento a pagamento (il cui prezzo è veramente basso, per il risultato ottenuto), che fa lo scraping di Google Suggest e estrapola dal motore di ricerca tantissime chiavi che le persone hanno digitato.

Consente un grande lavoro di fino, perché permette di osservare fin nel profondo le ricerche degli utenti, e di vedere ogni possibile sfumatura di un argomento, in modo tale da sviscerare tutti i possibili dubbi e domande che le persone hanno cercato, relativamente ad un certo argomento, nel corso del tempo.

È uno strumento molto potente, e ciò che è ancora meglio è che non scansiona il solo Google, ma permette anche di fare la scansione dei suggest di Amazon e di YouTube, così da ottenere ancora più dati e spunti.
Questo è soprattutto utile quando si affrontano chiavi commerciali, in cui lo scraping di Amazon può dare ottimi risultati, mentre per i contenuti informativi contenenti video o ricerche “come fare”, lo scraping di YouTube può davvero dare ottime idee, e fornire buone fonti per embeddare dei video, se la realizzazione di video proprietari non è prevista nell’immediato.

Ubersuggest

Ubersuggest è un interessante tool di ricerca a pagamento, ma con prezzi molto competitivi soprattutto se si opta per la licenza a vita, e che nel corso del tempo, dopo l’acquisto da parte di Neil Patel, si è arricchito di funzionalità sempre maggiori.

Ad oggi, è forse uno degli strumenti con rapporto qualità/prezzo più vantaggioso sul mercato. Tramite Ubersuggest, infatti, ti sarà possibile analizzare con un buon livello di approfondimento i siti dei competitor, così da scoprire quali siano le loro migliori pagine, quali link ricevano, e con quali parole chiave si posizionino.

Oltre a ciò, il tool offre un’interessante ed approfondita funzione per la ricerca delle parole chiave, che puoi utilizzare per farti un’idea di cosa scrivere e di cosa gli utenti cerchino come risposta per una certa ricerca, con in aggiunta un’area interamente dedicata all’analisi della link popularity (backlink).

AlsoAsked.com

AlsoAsked.com è un bellissimo strumento online (a pagamento, ma permette 3 ricerche gratuite al giorno) per l’indagine del box “People Also Ask” su Google, ovvero delle domande correlate ad una certa chiave di ricerca.

AlsoAsked: diagramma ad albero

L’uso è molto semplice. Si inserisce un termine di ricerca, una zona geografica ed una lingua, e si preme su “Search”. Il tool, dopo qualche secondo, restituirà un grafico che permette di vedere non solo le principali domande delle persone abbinate ad una certa ricerca, ma anche e soprattutto il loro sviluppo.

È indubbio che si tratti di ottimi spunti per creare non solo un contenuto più completo, ma anche per avere nuove e fresche idee per il proprio piano editoriale, così da poter pensare a dei nuovi articoli, o per rivederne alcuni più vetusti.

Un’alternativa gratuita la possiamo ottenere installando l’estensione per Chrome Detailed SEO Extension. Una volta installata, sarà necessario andare nei settaggi avanzati ed abilitare l’opzione Enable PAA Extracting questo ci permetterà poi di estrarre ad ogni singola query digitata su Google, un file .csv contenente le principali domande correlate.

Answerthepublic

Answer the Public è uno strumento molto comodo che, una volta digitata una chiave, permette di avere un’idea completa di quali domande e quali keyword informative le persone cerchino per un dato argomento, così da usare vere query estrapolate direttamente dal Suggestion di Google, e non solo formule schematiche, per la propria ricerca delle parole chiave..

Basterà inserire una parola chiave, impostare paese e lingua di ricerca, e premere “Search”. Dopo poco, Answer The Public visualizzerà in grafici circolari le informazioni legate ai suggerimenti di Google. A differenza di strumenti più semplici, organizza i dati in diverse categorie come domande, preposizioni e comparazioni.

La sua utilità si trova nell’approccio discorsivo ai risultati, focalizzandosi sulle long tail keyword, utile per elaborare piani editoriali dettagliati o per esplorare nuovi argomenti.

Answer The Public: grafico circolare

Keyword Tool

Keywordtool.io  è un altro strumento interessante che utilizza Google Autocomplete per generare centinaia di parole chiave long-tail pertinenti per qualsiasi argomento. 

La versione gratuita di Keyword Tool può generare fino a 750+ parole chiave da Google Autocomplete in pochi secondi.

La versione avanzata di Keyword Tool, Keyword Tool Pro, fornisce in media il doppio delle parole chiave rispetto alla versione gratuita e offre una serie di altre funzioni utili.

Keyword Tool: barra di ricerca

Lo strumento permette di effettuare analisi distinte per lingua e paese e non solo sul mondo delle ricerche Google, ma anche per i termini maggiormente utilizzati su YouTube, Amazon, sugli store delle APP o sui principali Social Network.

Suite SEO complete: SEOZoom, Semrush, Ahrefs

SEOZoom: È uno strumento SEO tutto italiano e pensato appositamente per il mercato italiano. Viene molto utilizzato per l’analisi delle parole chiave, l’ottimizzazione on-page, l’analisi dei competitor e molte altre funzionalità legate alla SEO. Offre una visione dettagliata dell’andamento di un sito web e consente di pianificare strategie SEO efficaci.

Semrush: Questo è uno degli strumenti di marketing digitali più popolari e completi disponibili. Offre funzionalità per la ricerca di parole chiave, l’analisi della concorrenza, l’analisi dei backlink, l’audit tecnico del sito web e molto altro ancora. Semrush è ampiamente utilizzato da professionisti SEO e agenzie di advertising per ottimizzare la presenza online. Consigliato per progetti internazionali.

Ahrefs: Conosciuto per le sue potenti funzionalità di analisi dei backlink, Ahrefs è uno strumento SEO che offre una vasta gamma di funzioni, tra cui la ricerca di parole chiave, l’analisi dei competitor, l’analisi del sito web e la tracciatura del ranking.

Tutti questi software (ma ne esistono tanti altri, come per esempio Sistrix) vengono considerati delle suite SEO complete. Ognuno di questi strumenti offre una vasta gamma di funzionalità che coprono diverse aree della SEO. La versatilità di questi prodotti li rende adatti sia per gli esperti di SEO che desiderano un’analisi approfondita, sia per i principianti che hanno bisogno di una comprensione chiara e di una guida per migliorare la visibilità online.

Interrogazione delle SERP

Interrogare le SERP (Search Engine Results Pages) durante la ricerca di parole chiave è fondamentale per diversi motivi.

Prima di tutto, come già detto, esaminare le SERP permette di comprendere meglio quali sono i contenuti che Google ritiene più pertinenti per una determinata parola chiave. Questo può offrire preziose indicazioni sulla tipologia di contenuto che è necessario creare per competere efficacemente con gli altri siti.

Possiamo vedere dalle tipologie di risultati che appaiono se la KW è più informazionale (presenza di box con le domande frequenti e articoli di blog), transazionale (presenza di annunci shopping e siti e-commerce) oppure local (presenza delle mappe)

Inoltre, le SERP offrono anche un’indicazione sul livello di concorrenza. Se i primi risultati sono dominati da siti web con alta autorità, potrebbe essere più difficile posizionarsi bene per quella parola chiave.

Quando abbiamo dubbi sulla scelta di una determinata parola chiave in concorrenza con altre che possono andare ad intercettare lo stesso search intent, analizzare la variabilità delle SERP ci permette di capire se per Google le due parole chiave vanno inserite in un unico contesto (alta affinità) o se vanno suddivise in due contenuti unici.  Evitare la cannibalizzazione è sempre molto importante per ogni SEO, uno strumento molto utile per fare un check visivo veloce delle SERP è questo comparatore realizzato da Filippo Jatta.

Infine, le SERP possono rivelare altre parole chiave correlate che potrebbero essere rilevanti per la strategia SEO. 

Google Suggest

Analisi dei competitor

Un buon punto di partenza quando si inizia una nuova Keyword Research, è quello di andare ad analizzare i siti dei competitor presenti in SERP. Per competitor non necessariamente si intendono i competitor di business, tutti coloro che concorrono per le nostre medesime parole chiave sono da ritenersi competitor come per esempio i siti e i blog amatoriali, o i magazine online.

Ancora una volta ci vengono in aiuto i tool, Semrush, come detto in precedenza, ha uno strumento apposito che permette di analizzare il posizionamento di un intero dominio, un sotto-dominio, o una singola URL.

Tramite Domain Overview possiamo vedere la panoramica generale di un sito.

Semrush: Domain Overview

Mentre grazie a Organic Research abbiamo il dettaglio di tutte le parole chiave per cui il sito è posizionato. Se alcune parole chiave sono strategiche per il nostro progetto, possiamo aggiungerle alla lista del Keyword Manager (ed eventualmente esportarle in seguito).

Infine un altro strumento molto utile è il Keyword Gap che ci permettere di mettere al confronto più siti, tra cui il nostro, e verificare così le parole chiave in comune e quelle su cui non siamo posizionati rispetto ai competitor.

Semrush: Keyword Gap

Anche da questa area del tool è possibile inserire nel nostro elenco di KW eventuali termini interessanti su cui poi dovremo andare a lavorare all’interno dei nostri contenuti web.

Analisi dei dati in Search Console e Google Ads (per siti già online e dotati di uno storico)

Ok, questi due non sono strumenti per la ricerca keyword, ma sono ottimi punti di inizio se hai già un sito attivo, o se stai facendo pubblicità su Google.
Infatti, se hai già un sito attivo è molto facile capire per quali chiavi Google ti abbia già posizionato, e per quali tu stia performando molto bene.

Osservare Search Console ti da modo anche di capire su quali chiavi tu debba lavorare di più. Infine, sempre GSC ti da modo di verificare tutti i volumi di ricerca dei tool, e scoprire importanti differenze. Eh sì, solitamente i tool a pagamento sottostimano l’impatto delle chiavi a coda lunga.

Per quanto invece concerne Google Ads, puoi utilizzare i dati delle campagne in corso per capire:

  • Il tasso di conversione medio di una certa query, o perché no di una certa intenzione di ricerca, sempre tenendo in conto che ci sono differenze importanti tra il tasso di conversione Ads e organico.
  • Il controvalore SEO delle conversioni ottenute (ovvero, quanto ti sarebbe costato avere quelle conversioni da Google Ads)
  • Il controvalore SEO del traffico (ovvero, quanto ti sarebbe costato ottenere lo stesso traffico da Google Ads). In questo ultimo caso, è impossibile valutare il valore delle chiavi informative, anche se molto elevato.

Clustering delle Keyword

Ora che abbiamo il nostro elenco di KW estrapolate dai vari tool,  non ci resta che andare a lavorare di ottimizzazione, escludendo i termini che non ci interessano, e raggruppando invece le parole chiave importanti per Search Intent.

Questo processo comporta il raggruppamento di diverse parole chiave correlate in cluster, o gruppi, basati sulla loro rilevanza e similitudine.

Uno dei motivi principali per cui è importante fare KW clustering è che in questo modo possiamo organizzare e strutturare meglio i contenuti di un sito web. Invece di creare pagine separate per ogni singola parola chiave, si possono creare contenuti che coprono un gruppo di parole chiave correlate ed evitare cannibalizzazioni.

Inoltre, il KW clustering è strettamente legato all’intento di ricerca dell’utente. Ogni cluster di parole chiave rappresenta un insieme di query che gli utenti potrebbero utilizzare quando cercano informazioni su un particolare argomento e possiamo così fornire risposte più complete e articolate.

Se rimaniamo all’interno di Semrush possiamo usare la funzionalità presente nel Keyword Manager che in automatico crea dei cluster partendo da una lista di parole chiave salvate. Anche SEOZoom ha uno strumento utilissimo che ci permette di raggruppare in senso logico i termini scovati durante la nostra ricerca, terminata la keyword research interna possiamo, infatti, creare in automatico un raggruppamento basato sulla SERP affinity cliccando il pulsante “Suggerisci Piano Editoriale”.

SEOZoom: Suggerisci piano editoriale

Tutti gli strumenti visti in precedenza permettono di esportare le liste in formati standard come .csv. Potremo, quindi, andare a lavorare sugli elenchi anche tramite Excel, rimuovendo i duplicati e utilizzando dei servizi online per il raggruppamento delle parole chiave come Keyword Grouper Pro e Umbrellum.

L’alberatura dei contenuti e il KW clustering rappresentano il risultato finale di tutto il processo di KW research. Questa fase conclusiva traduce le informazioni raccolte in una strategia concreta, guidando la creazione e l’ottimizzazione dei contenuti.

Alberatura e clustering delle parole chiave

In conclusione

Una buona ricerca di parole chiave per la SEO, veramente completa, non può e non deve più limitarsi ad essere una lista di chiavi e di volumi di ricerca, ma deve fornire anche informazioni molto più rilevanti sia per il reparto di content marketing, che per chi si deve occupare del marketing aziendale in forma più tradizionale.

Come abbiamo visto, esistono delle differenze tra le varie tipologie di parole chiave, ma tutte sono importanti per ottenere un ottimo posizionamento SEO. Scegliere le keyword richiede logica e accuratezza e non tutti seguono la stessa strategia. 

Una volta terminata la ricerca, fatti queste domande per capire se sei sulla strada giusta:

  • Sono keyword generiche o specifiche? Informati, transazionali o miste?
  • Descrivono quello che vendi o quello che fai?
  • Quante di queste portano veramente traffico?
  • Chi sono i competitor sulle stesse parole chiave?
  • Su quali keyword sono presenti i competitor e invece tu no?

Prova ad applicare alcuni di questi suggerimenti e poi facci sapere com’è andata!