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Agenzia di comunicazione 2023: le competenze necessarie (e più ricercate)

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Negli ultimi 10 anni il mercato del lavoro – e in particolare quello legato a comunicazione e marketing – si è trasformato radicalmente. E non parliamo solo della tanto agognata età pensionabile! La tecnologia e la trasformazione digitale hanno rivoluzionato molte aree della nostra vita. Tuttavia diverse persone – professionisti/e del digital compresi/e – non sono riuscite ad adattarsi altrettanto rapidamente e non hanno assorbito le conoscenze specifiche per restare al passo con i tempi.

Che conseguenze ha avuto tutto ciò? Si è creato, inesorabilmente e quasi di soppiatto, un vuoto di competenze professionali che oggi mette in seria difficoltà i/le datori/datrici di lavoro che si trovano senza talenti da impiegare. E, se i/le datori/datrici di lavoro non trovano i/le professionisti/e, anche i servizi che offrono ne risentiranno. È un cane che si morde la coda.

Quindi oggi quali sono le competenze necessarie (e più ricercate) per sopravvivere nel mondo del lavoro? E, in particolare, un’agenzia di comunicazione nel 2023 di quali figure ha maggiormente bisogno? Lo esploreremo oggi in questo articolo.

3 aziende su 4 non trovano risorse competenti

Cerchiamo, in prima battuta, di inquadrare qualche statistica per capire al meglio quanto sia critica la situazione. Oggi, secondo uno studio della Commissione Europea, 3 imprese europee su 4 hanno problemi a trovare lavoratori/lavoratrici qualificati/e.

Se questo numero ti sembra spiazzante, aspetta di sapere quanto il Regno Unito paga questa mancanza di competenze: 22,2 miliardi di sterline l’anno (fonte: report di KPMG). Un conto decisamente salato.

Per quanto riguarda  l’Italia, il Rapporto INAPP 2022 ci offre un altro dato piuttosto sconfortante: la percentuale di persone (tra i 25 e i 64 anni) che ha partecipato nel 2021 ad attività di istruzione e formazione è stato solo del 9,9%. Sebbene il numero sia in risalita rispetto agli anni precedenti, l’Italia perde decisamente il confronto con gli altri paesi dell’UE fermandosi solo in quindicesima posizione nel ranking europeo.

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Buone e cattive notizie dal primo trimestre

Continuiamo a dare qualche dato: secondo Forbes, ben il 73% delle aziende in Italia fatica a trovare figure specializzate da inserire nel proprio organico, in particolare per le aziende del nord est. Tra le abilità più ricercate oggi rientrano competenze it (21%), skill ingegneristiche (18%) e vendite e marketing (17%). A tutti gli/le aspiranti professionisti/e del digital, quindi, diciamo: non fatevi sfuggire queste preziose occasioni!

In questa baraonda di scarsità di lavoro qualificato c’è però un segnale positivo. Le prospettive di assunzione sono in aumento del 7% rispetto al primo trimestre 2023, per tutti i settori e per tutte le dimensioni di azienda. Insomma, le posizioni ci sono, mancano solo le persone a riempirle.

Che significa avere le competenze necessarie?

In tutti i posti di lavoro, qualsiasi sia il settore, ti sarà sempre chiesto di portare un bagaglio di abilità. Ma, in fondo, quali sono queste capacità?

Innanzitutto, diciamo che le competenze si dividono generalmente in hard skill e soft skill. Le hard skill rappresentano competenze specifiche di ogni ambito lavorativo e, di fatto, ci è impossibile descriverle tutte. In sostanza, sono quelle conoscenze (ed esperienze) che ti consentono di fare bene il tuo lavoro. Le soft skill, invece, sono attitudini trasversali indipendenti dal ruolo e dal settore. Permettono di distinguerci dagli altri e, a nostro parere, dovrebbero far parte della cassetta degli attrezzi di ciascuno di noi.

Soft Skill nel 2023: un mondo in evoluzione

Le soft skill sono competenze che lavorano in sinergia con le hard skill. Non sono abilità assolute, dipendono dall’attitudine della persona stessa. Inoltre, anche l’ambito lavorativo specifico selezionerà naturalmente quali soft skill privilegiare rispetto ad altre. In sostanza, è molto probabile che un ingegnere necessiti di essere ferreo/a nella sua organizzazione e nella precisione, mentre un/una commerciale dovrà essere bravo/a nella relazione con i/le clienti e i potenziali prospect.

Elencare tutte le tipologie di soft skill sarebbe uno sforzo vano proprio perché, per loro natura, sono un campo davvero vasto da descrivere e difficilmente riusciremmo a darne una lista esaustiva. Tuttavia, vogliamo ricordarne alcune che, secondo noi, oggi sono davvero indispensabili nell’ambito digital e per vivere al meglio la vita in ufficio (aspetto altrettanto importante):

  • gestione del tempo;
  • creatività;
  • curiosità;
  • pensiero critico;
  • capacità di adattamento;
  • empatia e ascolto attivo;
  • attitudine alla collaborazione.

Questo tipo di competenze non garantisce certamente il posto di lavoro se alle spalle non ci sono anche le conoscenze tecniche. 

Competenze digitali: quanto sono davvero importanti nel 2023?

Spesso, immersi tutto il giorno nel mondo digital, non ci accorgiamo di quante cose diamo per assodate. La realtà fuori dalla nostra bolla è molto più sfaccettata e complessa. Dallo studio Next Generation DigITALY emerge, infatti, che in Italia ci sia una preoccupante mancanza di cultura digitale. Si stima che circa il 44% delle aziende più piccole siano prive di qualsivoglia tipo di tecnologia digitale.

Se vogliamo stare al passo con le esigenze di mercato, l’Italia deve riuscire a formare entro il 2030 oltre 20 milioni di cittadini/e con competenze digitali di base. È un numero che fa riflettere e ci riporta bruscamente con i piedi per terra.

Quali sono i ruoli e le competenze più ricercate nelle agenzie di comunicazione?

Focalizziamoci sul settore digital in particolare: nel 2023, cosa cerca un’agenzia di comunicazione? 

Innanzitutto, in un contesto in cui le risorse digitali si interconnettono sempre di più, il/la candidato/a ideale dovrà avere una buona panoramica di tutti i diversi canali – dai siti web ai social media, passando per i blog, la SEO e l’e-mail. Naturalmente, nessuno si aspetta che tu sia in grado di padroneggiare a livello pro ognuno di loro. Non esiste la figura del factotum ed è normale verticalizzarsi successivamente in un ambito specifico. Tuttavia, riuscire bene a destreggiarsi tra i canali ti consentirà anche di essere molto più efficienti ed efficaci nella comunicazione con i/le tuoi/e colleghi/e.

In secondo luogo, legato strettamente all’importanza di essere curiosi/e, troviamo l’attitudine alla formazione continua. Rimanere sempre aggiornati/e è cruciale in un ambito come il nostro: le novità si susseguono velocemente e l’inerzia si paga a caro prezzo. Ben vengano, quindi, tutte le occasioni come webinar, talk, eventi, libri e scambi tra colleghi/e. 

Inquadriamo ora alcune delle competenze che pensiamo siano maggiormente necessarie in un’agenzia di comunicazione:

  • management e leadership;
  • conoscenza delle tecniche SEO e SEM;
  • analisi dei dati e conoscenza dei diversi strumenti di web analytics;
  • conoscenza delle logiche dei social media e come sfruttarli per ottimizzare i risultati;
  • copywriting (compreso SEO copywriting) e storytelling;
  • creazione di contenuti (video, immagini e audio);
  • sviluppo software;
  • conoscenza di lingue straniere (inglese come lingua di base).

Randstad ha stilato una lista delle 200 professioni più richieste nel mondo del lavoro 2023: per quanto riguarda il settore tecnologia, marketing e comunicazione non ci stupiamo di vedere, a riprova di ciò che abbiamo elencato prima, lavori come business analyst, data analyst, it specialist e digital marketing specialist.

Dato che ancora non ci accontentiamo delle risposte che ci siamo dati, approfondiamo ulteriormente per 4 ambiti specifici: SEO, performance, content e strategy.

SEO: quali sono le skill da considerare nel 2023?

[A cura di Stefano Vanetti, SEO Specialist]

Nel mondo del marketing digitale, il ruolo del/la SEO Specialist è diventato sempre più cruciale per il successo delle aziende. Ma quali sono le principali competenze che un/a professionista della SEO moderno deve possedere?

  1. Capacità di analisi e problem solving: deve essere in grado di analizzare e interpretare i dati per comprendere le tendenze e identificare le opportunità di miglioramento. Deve essere capace di analizzare le performance del sito, individuare eventuali problemi tecnici o di contenuto e proporre soluzioni efficaci. La capacità di problem solving è fondamentale per affrontare situazioni complesse e adattarsi rapidamente alle esigenze in continua evoluzione del settore.
  2. Creatività e intuito: la creatività è una competenza fondamentale, poiché deve ideare nuovi modi per attirare l’attenzione degli utenti e aumentare la visibilità del sito. Il professionista deve essere in grado di pensare fuori dagli schemi e proporre idee innovative per la creazione di contenuti interessanti e coinvolgenti. Inoltre, l’intuito gli permette di anticipare le tendenze e di adattare le strategie SEO in base alle esigenze del mercato.
  3. Capacità comunicative e relazionali: deve essere in grado di presentare e spiegare le strategie SEO e i risultati ottenuti a clienti e colleghi in modo chiaro e convincente. Inoltre, deve saper lavorare in team e collaborare con altri professionisti, come copywriter, web designer e sviluppatori, per ottimizzare il sito e raggiungere gli obiettivi prefissati.
  4. Conoscenza delle dinamiche di marketing e del comportamento dell’utente: deve avere una solida conoscenza delle dinamiche di marketing e del comportamento degli utenti. Deve essere in grado di comprendere gli obiettivi di business dei clienti, identificare il target di riferimento e pianificare strategie SEO che si allineino con tali obiettivi. Inoltre, deve essere in grado di analizzare il comportamento degli utenti e di utilizzare queste informazioni per ottimizzare il sito e offrire una migliore esperienza di navigazione.
  5. Competenze tecniche avanzate: deve conoscere approfonditamente i principi di ottimizzazione on-page e off-page, saper utilizzare gli strumenti SEO più diffusi e avere familiarità con linguaggi di programmazione come HTML, CSS e JavaScript.
  6. Adattabilità e aggiornamento continuo: il mondo della SEO è in costante evoluzione, e un/a SEO Specialist deve essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e aggiornare le proprie competenze in modo continuo. Deve essere curioso e proattivo, partecipare a conferenze, leggere blog e seguire corsi per rimanere al passo con le ultime tendenze e le migliori pratiche del settore.
  7. Etica professionale e approccio sostenibile: deve possedere un forte senso etico e adottare un approccio sostenibile all’ottimizzazione dei motori di ricerca. Deve evitare tecniche black hat, che possono portare a penalizzazioni da parte dei motori di ricerca e danneggiare la reputazione del cliente. Inoltre, deve essere attento all’accessibilità e all’inclusività, garantendo che il sito sia fruibile da tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro abilità o limitazioni.
  8. Capacità di gestione del tempo e delle priorità: infine, un/a SEO Specialist deve essere in grado di gestire il proprio tempo in modo efficace e di stabilire le priorità tra i vari compiti e progetti. Deve essere organizzato e meticoloso, assicurandosi che ogni aspetto dell’ottimizzazione sia preso in considerazione e implementato in modo tempestivo. La capacità di gestire le scadenze e di coordinare il lavoro con altri membri del team è fondamentale per garantire il successo delle strategie SEO.

Quali sono le competenze necessarie per occuparsi di performance oggi? 

[A cura di Alessandra Maggio, BA & Head of Performance]

Il mercato legato alle competenze in ambito performance è radicalmente mutato negli ultimi 2/3 anni. Alcuni fattori sicuramente hanno avuto un impatto non di poco conto sulla mutazione del nostro contesto professionale: dalla pandemia che, nel bene e nel male, ha accelerato in molte aziende un processo di digitalizzazione, a un aumento importante delle piattaforme attraverso le quali fruire di contenuti digital, alla fioritura di moltissimi eventi di formazione e divulgazione che, in diverse modalità, hanno costruito una maggiore consapevolezza rispetto al mondo del web marketing.

La velocità con cui questo scenario è cambiato, inoltre, è stata accompagnata dalla crescita di complessità degli strumenti che operano in ambito digital. Fino a qualche anno fa, per esempio, un advertiser poteva lavorare agilmente su più piattaforme, anzi era quasi un percorso obbligato. Facilmente si partiva dalla SEO per arrivare al mondo di META, passando da Google Ads. Le figure di agenzia spiccavano per questa capacità di parlare differenti linguaggi trovando un filo comune. Infatti, spesso e volentieri, il passaggio successivo era quello di diventare digital strategist, proprio in virtù delle casistiche e dell’esperienza multiforme accumulata. 

Oggi il contesto è proprio differente. Google Ads, META Ads, la SEO, l’e-mail marketing richiedono un’enorme verticalizzazione. Sono macchine più ampie, più complesse e diventa sempre più difficile padroneggiarne più di una in parallelo. Quindi le competenze necessarie e richieste sono davvero tante e dipendono in buona parte dal percorso che si vuole sviluppare. 

Sicuramente per chi vuole proseguire come advertiser diventa centrale la conoscenza approfondita di tutti i meccanismi legati alla piattaforma scelta come preferita. Per meccanismi intendiamo sia la parte tecnica, quindi come fare in maniera operativa le campagne, che la parte strategica, ossia come inserisco questo strumento all’interno di un user journey più ampio. Infine, e non importanza, la componente creativa è cruciale: oggi il contenuto, anche nell’advertising, è sovrano. Resta inevitabile una profonda sintonia con tutto quello è analisi, i dati sono l’unico elemento che consente di ottimizzare il lavoro operativo svolto. 

A tutto questo aggiungo un ultimo tassello che è la base di tutto un approccio legato al mondo delle performance: la curiosità di comprendere tutto ciò che sta al di fuori dell’advertising. Un/una advertiser di livello è una figura che conosce e approfondisce dinamiche sociali, evoluzioni politiche, cambiamenti culturali. Non è possibile farne a meno per studiare modalità sempre più efficaci di catturare l’attenzione degli utenti in target e per costruire con loro relazioni di valore. 

Il copywriting nel 2023: le competenze strategiche che non possono mancare

[A cura di Silvia Trigilio, Head of Content]

Il mondo del copywriting sta evolvendo sempre più in una direzione strategica, dove il focus è sulla creazione di contenuti di alta qualità in linea con gli obiettivi del progetto e le esigenze della buyer persona

Innanzitutto, è fondamentale avere un approccio strategico nella creazione di contenuti, tenendo sempre presente la fase del funnel in cui il testo viene utilizzato e bilanciando informazione e persuasione in modo non invadente. Inoltre, il copywriter deve possedere competenze giornalistiche per trovare fonti autorevoli, valutare la notiziabilità del contenuto e differenziarsi dai contenuti prodotti dall’AI.

Le competenze SEO sono altrettanto importanti per individuare il search intent di una chiave di ricerca e ottimizzare il testo. Inoltre, il copywriter deve essere in grado di creare piani editoriali crossmediali e prompt efficaci per i generatori di contenuti AI.

La creazione di microcopy efficace e la capacità di elaborare e recepire le brand guidelines dell’azienda sono anch’esse competenze fondamentali del copywriter. Infine, la creazione di storyboard per i video sta diventando sempre più importante nelle strategie di content marketing delle aziende.

Non sono da sottovalutare le soft skill: un/a copywriter deve essere versatile, avere un’attitudine all’apprendimento continuo e ottime capacità organizzative per rispettare le deadline e suddividere le fasi di creazione e revisione dei contenuti.

In sintesi, il copywriter del 2023 è una figura sempre più strategica e meno operativa, capace di partecipare alla creazione della strategia e delle linee guida per la creazione dei contenuti. Le competenze strategiche sono la premessa necessaria anche per l’automazione di task operativi, permettendo l’ottimizzazione del lavoro dell’interno team.

Digital Strategy: quali skill servono nel 2023?

[A cura di Matteo Bianconi, Head of Strategy]

A livello di hard skill aiuta sicuramente la conoscenza di più lingue, le capacità tecniche di base (HTML, per esempio) e le logiche delle piattaforme (SEO e SEM in primis). Tra le soft skill la capacità di ascolto del team e dei fornitori, ma soprattutto quella di sapersi esprimere adeguatamente senza perdersi nell’universo della fuffa. Quando comunichiamo non ci stiamo solo esprimendo, ma esponendo. Ed è una sottile linea rossa che spesso attraversiamo senza pensarci.

In un mondo tecnologico sempre più avanzato e complesso, tutto questo deve fare poi i conti con i dati, sia nella lettura che nell’interpretazione. Spesso il concetto di strategia viene associato alla creatività, a inventare qualcosa che coinvolga l’audience e che la porti verso un determinato obiettivo (da un like a un acquisto). Questa visione, seppur giusta, è oggi totalmente parziale: la creatività deve essere sostenuta e accompagnata dai numeri.

Per questo motivo, davanti a ogni progetto, diventa fondamentale chiedersi – e chiedere – quali obiettivi si desidera raggiungere. Quali KPI monitorare (e quali legati banalmente a diverse fasi del customer journey). Quali dati servono per valutare il progetto nella sua complessità. In maniera molto banale, oggi il/la professionista che lavora sulle strategie digitali deve avere anche una parte di competenze legate al/la Data Analyst o a chi lavora nelle Performance: non sto parlando di una sostituzione, ma almeno un linguaggio comune, utile a far crescere in maniera coerente, organica e sostenibile qualsiasi progetto.

Proprio per questi motivi, alla fine della fiera, due delle competenze più importanti sono l’incessante curiosità e la voglia di mettersi in gioco, anche rischiando. 

IA: che ruolo ha in una agenzia di comunicazione?

In un mondo in fermento per l’avvento sempre più massiccio delle intelligenze artificiali nella vita di tutti noi, dobbiamo chiederci se l’IA sia ormai da considerare una skill da possedere per essere professionisti/e a tutto tondo.

Anche i più scettici non potranno negare, ormai, l’impatto che il machine learning ha avuto sul nostro lavoro, spesso facilitandolo e consentendo di concentrarci più sulla creazione di una strategia e meno sulla pura operatività. E le Big Tech questo lo hanno capito bene già da tempo, offrendoci strumenti come le Performance Max o la suite Meta Advantage.

Anche chi si occupa di copywriting, di grafica o arte si è visto scuotere bruscamente il terreno sotto i piedi recentemente. Citiamo, a questo proposito, solamente realtà “sconosciute” come ChatGPT o Midjourney.

Insomma, pare che sia necessario venire a patti con il fatto che le intelligenze artificiali saranno sempre più integrate nelle nostre vite lavorative e, perché no, anche quotidiane. Saperle guidare e sfruttare diventerà sempre di più una competenza da ricercare (e integrare).

Competenze marketing 2023: esternalizzare o internalizzare? [Talk]

Chiudiamo il cerchio di tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora, annunciando il talk in tema “Competenze marketing 2023: esternalizzare o internalizzare?”. Si terrà il 5 maggio alle 15.00 e avremo come super ospite Paolo Ratto, Founder & Managing Director di TWOW, accompagnato da Alessandra Maggio e Angelo Valenza.

Non aspettare oltre e iscriviti subito al talk: https://clickable.pro.typeform.com/competenze-mkt