Sono passati circa due anni da quando l’intelligenza artificiale è diventata “mainstream”. OpenAI ha avuto il merito di arrivare prima di tutti, presentando il 20 novembre 2022 il suo chatbot, ChatGPT. Da lì in poi il resto è quasi (già) storia.
Ricordo la prima volta che misi il naso dentro il “cofano” dell’intelligenza artificiale. La prima sensazione è stata quella di tornare alle chat degli anni ‘90, quando potevi collegarti a internet grazie a un modem 56k (e al suo distintivo squiiit-chhh-zzzzz-grrrriiiiiiinnnkk) . L’internazionale ICQ, l’italiano C6, il sistema per smanettoni mIRC. Tempi spensierati. Ma di certo non la stessa cosa, perché a conversare con te ora c’è una macchina che ha accesso allo scibile umano. E forse qualcosa in più.
L’AI sta cambiando le regole del gioco
L’Intelligenza Artificiale (AI) sta rivoluzionando in maniera continuativa il panorama aziendale globale. Non si tratta più di una tecnologia futuristica, ma di una realtà concreta che ha e sta avendo un impatto significativo sulle modalità operative delle imprese. Non è un caso che le aziende che hanno abbracciato l’AI ora posseggono vantaggi competitivi sostanziali.
La conseguenza è che la crescente integrazione dell’AI nei processi aziendali sta cambiando radicalmente il modo di lavorare. Questa trasformazione non riguarda solo l’automazione di compiti ripetitivi, ma anche l’abilitazione di nuove forme di analisi dei dati e la creazione di insight preziosi per decisioni più informate e tempestive.
E non è un caso che oggi uno degli aspetti più critici dell’adozione dell’AI è la necessità di una formazione continua. L’adozione dell’AI porta con sé, quindi, anche preoccupazioni. Secondo un sondaggio del 2024, il 71% dei dipendenti è preoccupato per l’adozione dell’AI. Questa crescente preoccupazione si manifesta man mano che le aziende entrano nel mercato dell’AI e i dipendenti devono imparare a utilizzare nuovi strumenti e software. Se guardiamo su LinkedIn, ci sono circa 2 milioni di professionisti che in questo momento si professano “prompt designer”: non so se crederci o meno, ma è un dato significativo che ci racconta come si sta muovendo anche il mercato del lavoro.
Oggi voglio quindi capire come le imprese stanno adottando l’AI per migliorare l’efficienza operativa e potenziare le capacità dei dipendenti. Analizzeremo i cambiamenti nelle dinamiche lavorative, l’importanza della formazione continua, le nuove competenze richieste. Inoltre, discuteremo le prospettive future dell’AI in azienda e le sfide che le imprese devono affrontare per implementare con successo queste tecnologie.
Utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nelle aziende
L’AI sta trovando applicazione in una vasta gamma di settori aziendali, dalla produzione alla finanza, dalla sanità ai servizi clienti. Per esempio, nella produzione, l’AI viene utilizzata per ottimizzare le catene di montaggio, migliorare la manutenzione predittiva e ridurre i tempi di inattività. Nel settore finanziario, l’AI aiuta a rilevare frodi, analizzare i dati di mercato e automatizzare le operazioni di trading. Nel servizio clienti, chatbot intelligenti rispondono a milioni di richieste dei clienti, migliorando la soddisfazione e riducendo i tempi di risposta.
Secondo uno studio di McKinsey del 2024, il 60% delle aziende ha già integrato almeno una funzionalità AI nei propri processi, (era il 50% nel 2023). Inoltre, il rapporto “AI Adoption in Business” di PwC ha rilevato che il 90% delle aziende considera l’AI una tecnologia cruciale per rimanere competitive nei prossimi cinque anni, rispetto all’84% del 2023. Questi dati evidenziano come l’AI stia diventando un elemento imprescindibile per le aziende che desiderano migliorare l’efficienza e rimanere all’avanguardia.
Come cambia l’AI tra ruoli e generazioni?
L’adozione dell’AI varia tra i diversi ruoli aziendali e generazioni. Per esempio, il 52% degli ingegneri, il 49% del top management, il 40% dei professionisti e il 38% del middle management stanno già utilizzando soluzioni AI. Questo dimostra che l’AI è vista come un elemento fondamentale a tutti i livelli organizzativi. Tuttavia, ci sono differenze significative nell’adozione tra le generazioni: il 31% della Gen Z, il 37% dei Millennials, il 28% della Gen X e il 20% dei Boomers utilizzano attivamente l’AI nel loro lavoro quotidiano.
Un altro esempio di utilizzo dell’AI nelle aziende riguarda il settore dei servizi. Oltre il 90% dei principali fornitori di servizi utilizza l’AI lungo la catena del valore del talento, dimostrando l’importanza di questa tecnologia nel migliorare l’efficienza delle operazioni e la gestione delle risorse umane. Inoltre, il 25% dei leader dell’intelligence competitiva utilizza l’AI per assisterli nel lavoro, e il 56% prevede di iniziare a farlo nel prossimo futuro.
L’integrazione di soluzioni AI è un fatto (sociale e professionale) che bisogna affrontare. Con serenità, aggiungo. L’AI non è una moda o una bolla, è qui per rimanere, così come lo sono stati i social dagli anni 2000 in poi o i motori di ricerca ancora prima. Sono strumenti necessari al progresso, forme che forse cambieranno nel tempo, ma che oggi bisogna saper controllare con la giusta motivazione e mentalità.
Come cambia il mercato del lavoro con l’AI?
Una delle principali trasformazioni è l’automazione delle attività ripetitive e a basso valore aggiunto, che libera tempo per i dipendenti, permettendo loro di concentrarsi su compiti più strategici e creativi. Questo non solo aumenta la produttività, ma migliora anche la soddisfazione dei dipendenti, che possono dedicarsi a lavori più stimolanti.
Facciamo un esempio: capire da un giga-foglio di calcolo con lo storico dei clienti quali sono i clienti che hanno acquistato più di una volta, quali quelli che non comprano da mesi e quelli con l’AOV più alto. Ora basta inserire un Excel nella piattaforma e parlare con l’AI, che in un’interfaccia conversazionale riesce a rispondere in tempo reale.
Come detto inizialmente, circa 2 dipendenti su 3 sono preoccupati per l’adozione dell’AI, vuoi perché bisogna imparare qualcosa di nuovo, vuoi perché il proprio ruolo potrebbe ballare un po’. Ma ricorda: non sarà l’AI a rubare il lavoro, ma qualcuno/a che saprà utilizzarla. E sia chiaro: creatività, problem solving e gestione delle relazioni rimangono attività prettamente umane dentro un’organizzazione ben oliata.
L’AI sta anche cambiando il modo in cui i team collaborano e prendono decisioni. Con strumenti di analisi avanzata e dashboard interattive, i dipendenti possono accedere in tempo reale a dati significativi, facilitando decisioni più informate e tempestive. Allo stesso tempo, le piattaforme AI avanzate permettono la collaborazione tra team distribuiti geograficamente, riducendo le barriere di comunicazione e migliorando l’efficienza operativa.
Ma in soldoni cosa succede? Semplice, succede che i dipendenti (ma non solo) devono acquisire nuove competenze per lavorare efficacemente con le tecnologie AI. Questo richiede un impegno continuo da parte delle aziende nell’offrire opportunità di formazione e sviluppo professionale. Le competenze tecniche, come la programmazione e l’analisi dei dati, diventano sempre più importanti, così come le competenze soft, come la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di collaborare con team interdisciplinari.
La formazione dev’essere continua
La formazione continua è diventata un elemento cruciale. Le nuove competenze richieste includono una solida comprensione dei dati, la capacità di lavorare con algoritmi AI e l’abilità di interpretare e applicare i risultati generati dalle macchine. Secondo uno studio del World Economic Forum, entro il 2025, il 50% di tutti i dipendenti avrà bisogno di riqualificarsi a causa delle nuove tecnologie e dell’automazione.
Molte aziende stanno già implementando programmi di formazione per i loro dipendenti. Per esempio, IBM ha lanciato una serie di corsi di formazione online per aiutare i lavoratori a sviluppare competenze digitali e lavorare con strumenti AI. Google offre programmi di certificazione in analisi dei dati e machine learning, mentre Microsoft ha avviato iniziative per formare milioni di persone in competenze digitali entro i prossimi anni. Questi programmi non solo aumentano le competenze tecniche dei dipendenti, ma migliorano anche la loro capacità di lavorare in un ambiente di lavoro sempre più digitalizzato.
Ora l’obiezione è necessaria: “Eh, ma non tutti sono IBM, Google e Microsoft”. Certo. Anzi, oserei dire “Ovvio”. Ma proprio per questo è ancora più necessario tenere il passo e favorire l’apprendimento in base alle proprie capacità, guardando al futuro. Bisogna anche scommettere sul personale, creare cultura e condivisione, riducendo quindi anche le possibilità che chiunque se ne vada alla prima occasione.
Più un team è motivato, più è unito. Ed ecco qui un altro aspetto cruciale della formazione continua: l’acquisizione di competenze trasversali, come la capacità di risolvere problemi complessi, il pensiero critico e la collaborazione interdisciplinare.
Le aziende che investono non solo migliorano la produttività e l’efficienza, ma creano anche un ambiente di lavoro più motivante e gratificante per i dipendenti. I lavoratori che si sentono supportati nel loro sviluppo professionale sono più propensi a rimanere in azienda, contribuendo così a ridurre il turnover e migliorare la retention. Inoltre, una forza lavoro altamente qualificata e adattabile è un vantaggio competitivo in un mercato globale in continua evoluzione.
Quale futuro per l’Intelligenza Artificiale in azienda?
L’intelligenza artificiale continuerà a essere una forza trainante nel panorama aziendale, con prospettive di crescita e innovazione che stanno già plasmando il futuro del lavoro. Le aziende che investono in AI oggi saranno quelle che domani faranno la differenza, c’è poco da scommettere.
Ci sono già diversi trend (più o meno) emergenti, come l’integrazione dell’AI nei processi decisionali aziendali (inclusa l’automazione dei processi HR) o l’espansione dell’AI nel settore della salute. Giusto per capirci, secondo un rapporto di Accenture, si stima che l’AI possa generare un risparmio di 150 miliardi di dollari annualmente per l’industria sanitaria statunitense entro il 2026.
Prepararsi a queste evoluzioni significa prepararsi al futuro, adottando un approccio proattivo all’AI. Ciò include non solo l’investimento in tecnologie AI, ma anche lo sviluppo di una cultura aziendale che promuova l’innovazione e l’adattabilità. Continuo a ripeterlo, perché è qui la chiave di volta. Le aziende dovrebbero incoraggiare la sperimentazione e l’adozione di nuove tecnologie, supportando i dipendenti nell’acquisizione delle competenze necessarie per sfruttare appieno le potenzialità dell’AI.
Rinunciare a farlo significa tornare indietro nel tempo. È come se negli anni ‘90 una qualsiasi azienda non avesse integrato le email e avesse mantenuto solo i fax. O come se più tardi avesse giudicato i social come un’inutile bolla. E sì, è davvero successo in tutti i casi.
E non dimentichiamo: le organizzazioni devono considerare l’etica e la governance dell’AI come parte integrante della loro strategia. Garantire che le tecnologie AI siano utilizzate in modo etico e responsabile è fondamentale per mantenere la fiducia dei clienti e degli stakeholder. Sarebbe auspicabile anche che collaborassero con istituzioni educative e partner tecnologici per rimanere aggiornate… ma immagino che questo sia considerato un virtuosismo e non una necessità. Ma sperare non guasta.
Sfide nell’implementazione dell’AI
Nonostante i numerosi benefici offerti dall’intelligenza artificiale, l’implementazione dell’AI nelle aziende non è priva di sfide, come:
- Complessità tecnologica e investimenti: come ho scritto, implementare soluzioni AI richiede competenze, il che richiede significativi investimenti in formazione e assunzione di talenti specializzati. Secondo un rapporto del 2024 di Deloitte, il 40% delle aziende segnala che la mancanza di competenze interne è un ostacolo chiave all’implementazione dell’AI.
- Resistenza al cambiamento: l’adozione dell’AI può suscitare timori e questo richiede una gestione del cambiamento efficace e una comunicazione chiara dei benefici dell’AI, nonché delle opportunità di crescita professionale che può offrire.
- Dati e Privacy: le aziende devono implementare rigorose misure di protezione dei dati e rispettare le normative sulla privacy per evitare violazioni e mantenere la fiducia.
Case Studies: aziende e AI
L’implementazione dell’intelligenza artificiale nelle aziende ha portato a risultati straordinari in diversi settori, dimostrando come l’AI possa essere un potente motore di innovazione e crescita.
Amazon e l’ottimizzazione della catena di fornitura
Amazon è uno degli esempi più noti di utilizzo efficace dell’AI. Utilizzando l’AI per prevedere la domanda dei clienti, Amazon è in grado di ridurre al minimo i costi di stoccaggio e migliorare i tempi di consegna. Inoltre, l’AI è utilizzata nei centri di distribuzione per gestire il flusso delle merci, automatizzare le operazioni di smistamento e migliorare l’efficienza complessiva.
La personalizzazione dei contenuti di Netflix
Utilizzando algoritmi di machine learning, Netflix analizza i dati sugli utenti per suggerire film e serie TV che corrispondono ai gusti e alle preferenze individuali. Questo approccio non solo aumenta l’engagement degli utenti, ma migliora anche la fidelizzazione, contribuendo a ridurre il tasso di abbandono.
La manutenzione predittiva di Siemens
Nel settore industriale, Siemens ha utilizzato l’AI per implementare programmi di manutenzione predittiva nelle sue operazioni. I sensori installati sulle macchine raccolgono dati in tempo reale, che vengono poi analizzati da algoritmi di AI per identificare potenziali guasti prima che si verifichino. Questo approccio consente a Siemens di ridurre i tempi di inattività delle macchine, ottimizzare l’efficienza operativa e ridurre i costi di manutenzione.
Mastercard e la prevenzione delle frodi
Gli algoritmi di machine learning analizzano le transazioni in tempo reale per rilevare comportamenti sospetti e potenziali frodi. Questo sistema di prevenzione delle frodi basato sull’AI è in grado di identificare rapidamente anomalie nei modelli di spesa, bloccando le transazioni sospette e proteggendo i consumatori e i commercianti da perdite finanziarie.
JD.com, l’automazione dell’ecommerce
JD.com, uno dei più grandi rivenditori online in Cina, ha implementato l’AI per automatizzare la logistica e migliorare l’esperienza del cliente. Utilizzando veicoli autonomi e droni per le consegne, JD.com è in grado di ridurre i costi operativi e migliorare l’efficienza delle consegne. Inoltre, l’AI è utilizzata per analizzare i dati sui clienti e personalizzare le offerte promozionali, aumentando le vendite e la soddisfazione del cliente.
L’AI come opportunità per il futuro della tua azienda
L’intelligenza artificiale rappresenta una delle più grandi opportunità per le aziende che vogliono innovare e rimanere competitive in un mercato in continua evoluzione. Sebbene l’adozione dell’AI porti con sé sfide significative, come la gestione del cambiamento e la necessità di acquisire nuove competenze, i vantaggi di un’implementazione efficace superano di gran lunga le difficoltà iniziali.
Come ogni novità, le prime aziende che arrivano, meglio “alloggiano”. Non è un caso che un dominio più vecchio abbia più valore per Google rispetto a uno recente. Così come non è un caso che le prime aziende che hanno investito in SEO oggi risultano quasi monopolistiche su certe keyword. È il business che lo chiede.
Il segreto sta nella proattività, nel saper scommettere, nel creare un paradigma aziendale che possa abbracciare tutte le leve, inclusa qualsiasi risorsa dell’ecosistema aziendale. È già essenziale creare un ambiente inclusivo che favorisca la collaborazione tra umani e macchine, valorizzando il contributo unico di ciascuno. E senza dimenticare le implicazioni etiche dell’AI, assicurando che le tecnologie siano utilizzate in modo responsabile e trasparente.
Abbracciare l’AI non è solo una scelta strategica, ma una necessità per rimanere competitivi nel futuro.
Intelligenza Artificiale: come si stanno organizzando le aziende? [Invito al Talk]
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